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ITALICUM, NASCITA DI UNA PAROLA


"In principio erat... Mattarellum". Con questo neologismo a effetto fu ribattezzata, più di vent’anni fa, la riforma del sistema elettorale elaborata nel 1993 da Sergio Mattarella.

"Da allora - spiega Yorick Gomez Gane, professore associato di Linguistica italiana all'Università della Calabria in articolo apparso nella Rivista di Onomastica (secondo semestre 2015) - nel linguaggio della politica e del giornalismo, e di lì anche nella lingua di tutti i giorni, le leggi o le proposte di nuovi sistemi elettorali hanno sistematicamente assunto nomi latineggianti per mezzo dei suffissi -um ed -ellum".

Secondo Gane non può non risultare sorprendente la vastità e la continuità della produttività di -um ed -ellum: il numero delle forme raccolte nell'articolo, tra il 1993 e il 2015, supera abbondantemente le cento unità (Porcellum, è solo l'esempio più noto, e poi il Tatarellum e così via).

Sembra insomma che la politica italiana quando si tratta di leggi elettorali non possa fare a meno di quello che Alessandro Manzoni chiamava il "latinorum ". E in effetti anche nei "Promessi Sposi", sempre di "grida", leggi, leggine, direttive, decreti, si trattava.

Pertanto, sostiene lo studio pubblicato sulla rivista fondata e diretta da Enzo Caffarelli , sia pure in un ambito per certi versi settoriale come quello del linguaggio politico e giornalistico, e per quanto molte (se non la maggior parte) delle forme raccolte abbiano sicuramente natura effimera, "si tratta di due suffissi che sono entrati nel sistema della nostra lingua a livello strutturale".

Gane mette in particolare in evidenza che (come per il Tatarellum ad opera di Peppino Calderisi) il neologismo alcune volte sia opera di un politico, e come tra la lingua dei giornali, che rincorre i fatti politici più visibili, e l’inventiva linguistica della politica, che rincorre la visibilità mediatica, si instauri una sorta di gioco di specchi.

I TRE GIORNI IN CUI NACQUE L'ITALICUM

Tra i neologismi più recenti spicca senz’altro l’Italicum (gennaio 2014), se- manticamente importante in quanto propone l’elemento geografico a livello nazionale.Come è noto il Porcellum di Roberto Calderoli, sottoposto al vaglio della Corte Costituzionale, era stato da questa dichiarato illegittimo con la sentenza numero 1 del 2014 (pubblicata nella «Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana» il 15 gennaio 2014).

Il 18 gennaio 2014 il segretario del Partito Democratico Matteo Renzi ha incontrato il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, stringendo un accordo riguardante tra l’altro il nuovo sistema elettorale (noto come il “Patto del Nazareno”).

All’origine di Italicum vi è il concetto di ‘sistema elettorale di tipo italiano’, rintracciabile per la prima volta in un articolo del 18 gennaio 2014 in <www.corriere.it>, “Renzi-Berlusconi: su legge elettorale ci sono «profonda sintonia» e «accordo»”, della Redazione Online che rilanciava un servizio di agenzia: «Il “Porcellum”, con cui è stato eletto l’ultimo Parlamento, è stato “decapitato” da una sentenza della Corte costituzionale. E ora è tutto da rifare. Il modello di cui hanno discusso Renzi e Berlusconi è quello spagnolo, rivisto a l l ’ i t a l i a n a ».

Infatti nelle redazioni dei quotidiani si parlava di "Ispanicum rivisto" , di "Ispanicum all'italiana", di "spagnolo all'italiana"

Alle 19:51 del 18 gennaio 2014 in un tweet di Andrea Romano (Partito Democratico), allora capogruppo alla Camera, si rinviene per la prima volta in assoluto, la parola Italicum sia pure in un ashtag senza un vero e proprio 'battesimo' del sistema elettorale: « #Italicum @scelta_civica Si va verso sepoltura #verdinum – spagnolo".

E' MATTEO RENZI IL PADRE DELL'ITALICUM?

Lunedì 20 gennaio 2014, durante la Direzione Nazionale del Partito Democratico, il segretario Matteo Renzi interviene per illustrare i tratti del nuovo sistema. In tale occasione, stando ad alcuni articoli di giornale, Renzi avrebbe coniato la parola Italicum. Alcuni commentatori si spingono oltre, evidenziando le ragioni della rapidità onomaturgica del segretario PD, tesa a bruciare in partenza le future forme concorrenti.

Nel suo blog ospitato nel sito del «Fatto Quotidiano» online (<www.ilfattoquotidiano.it>), il 30 gennaio 2014 lo psicoanalista Luciano Casolari scrive: «Vorrei soffermarmi sull’importanza del nome. Proprio in questo si può situare la differenza fra Renzi e Bersani. Il secondo, se avesse potuto, avrebbe proposto una legge elettorale; forse si sarebbe accordato, anche se in segreto, con Berlusconi ma non avrebbe mai pensato di imporre un nome alla sua proposta. Renzi l’ha invece subito battezzata "Italicum" per evitare che altri potessero coniare un loro nome. Qualcuno ci ha provato con Renzusconi, Bastardellum o Vampirellum ma oramai tutti i giornali lo riconoscevano come Italicum. [...] La forza evocativa, nel bene o nel male, di una parola che diviene marchio è fondamentale per fornire forza o debolezza a un progetto o a un’idea». Quella di Renzi, insomma, andrebbe letta come un’abile mossa linguistico-politica."Bisogna rilevare, però, che Italicum non è una neoformazione di Renzi", continua l'articolo di Gane. "Lo si evince, innanzitutto, dai resoconti filmati del 18 gennaio 2014 successivi all’in- contro del Nazareno, in cui non vi è alcun accenno a un nome per la legge da parte né di Renzi né di Berlusconi; in secondo luogo, dall’intervento di Renzi alla Direzione Nazionale del Partito Democratico del 20 gennaio 2014.

Il 19 gennaio 2014 Italicum trova spazio su due dei principali quotidiani nazionali: come una piccola infografica del tweet di Romano su Repubblica, "ma soprattutto - scrive Gane - nell’approfondito articolo di Maria Antonietta Calabrò, “Sbarramento, premio e proporzionale: così la nuova formula”, nel Corriere della Sera, a pagina 7 : «ROMA – E alla fine fu l’Italicum. L’accordo tra Berlusconi e Renzi è stato raggiunto su quello che si può definire un “quarto modello” rispetto ai tre proposti dal leader del Pd, frutto del lavoro preparatorio intercorso nei giorni scorsi tra il professor Roberto D’Alimonte, esperto di sistemi elettorali vicino a Renzi, e Denis Verdini, coordinatore di Forza Italia». Il neologismo guadagna poi il titolo di articolo del Corriere della Sera, 20 gennaio 2014, a pagina 6 (“A chi vince il 55% dei seggi: ecco l’Italicum”), e la prima pagina nel Corriere della Sera , 21 gennaio 2014 (“Premio e doppio turno, sì del Pd a Renzi / Il segretario presenta l’Italicum al partito, tensione con Cuperlo che lascia la sala”).

"Che il neologismo non sia renziano, dunque, è appurato", scrive Gane. "Questo non significa, però, negare a Renzi l’estrema rapidità di accoglimento della forma Italicum, seria e rassicurante (c’è di mezzo l’Italia).Non appare improbabile che tale rapidità dipenda proprio dalle ragioni illustrate sopra dal dottor Casolari (sia pure non più nell’ottica della neologia): “rottamare” i nomi meno seri già esistenti e stroncare sul nascere quelli futuri. Comunque siano andate le cose, sta di fatto - scrive la Rivista di Onomastica - che la rapidità di adozione è stata premiata, e da allora Italicum ha conosciuto una fortuna enorme: in poco più di un anno, circa 150 occorrenze sul Corriere della Sera e oltre 1.400 su Repubblica sino al 28 febbraio 2015".

Conclude Gane : "Proprio nei due esempi appena presentati (Tatarellum e Italicum) si potrà rilevare come, nel primo caso, il politologo Giovanni Sartori abbia ripetuto Mattarellum con molta insistenza e in una sede prestigiosa come il «Corriere della Sera», rendendo così il terreno fertile per la ricezione del termine da parte di altri; e, nel secondo caso, come il neologismo Italicum sia stato accolto da Renzi dopo averlo trovato per due giorni di seguito in una sede come il «Corriere della Sera» (in articoli di Maria Antonietta Calabrò, che con con sagacia giornalistica lo aveva tenuto a battesimo, captandone tutte le potenzialità)".

La parola "Italicum " ormai viene citata ogni giorno centinaia di volte. GOOGLE segnala circa 744.000 risultati (in 0,47 secondi) con Italicum. forse il suo meccanismo verrà modificato, dopo il Referendum sulla riforma costituzionale , ma il neologismo resterà.

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