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Francesco e la sua eredità

Quello di domani 19 dicembre 2016 sarà un Concistoro molto particolare. Non tanto perché sarà il terzo di Papa Francesco e, con le nuove “berrette rosse” , saranno 44 i porporati da lui nominati all’interno di un collegio cardinalizio di 121 : un terzo rispetto ai due terzi scelti da Giovanni Paolo II (21) e Benedetto XVI (56).

Ma soprattutto perché le nuove nomine , comprese quelle dei tre nuovi porporati americani (Chaput, Tobin, Farrell) sono tese a “ridisegnare” il volto della Chiesa : non solo con riferimento anche geografico alle periferie del pianeta ( che pure ci saranno domani, come nel Concistoro del 2015, a cominciare dall' arcivescovo di Bangui nella Repubblica Centroafricana, dove si è aperto l’Anno della Misericordia).

Piuttosto la novità è nella scelta maggioritaria di prelati con una visione teologica e pastorale consonante a quella di Bergoglio. Sarà questo il vero modo di assicurare e rendere maggiormente stabile la sua eredità (prevalenza della misericordia , della inclusione dei poveri, dell’accompagnamento pastorale sul rigore dottrinale) quando lui non ci sarà più . Dunque, un Concistoro di svolta.

Il fatto è che Papa Francesco - che compie 80 anni il prossimo 17 dicembre - lotta contro il tempo. Non solo e non tanto il suo tempo anagrafico. Lo ha sottolineato durante l’omelia di Santa Marta , giovedì 17 novembre: ‘ Gesù piange su Gerusalemme .Perché questo popolo non ha riconosciuto il tempo in cui è stato visitato’. Francesco sottolinea il tempo della grazia che scorre, delle occasioni che sono date, e che possono essere sciupate.

L’urgenza nasce dalla viva percezione che il Papa ha dei cambiamenti che si sono innescati nell’ultimo anno a livello planetario. L’accentuarsi delle migrazioni, l’inasprimento dei cambiamenti climatici, la violenza terroristica brandita in nome di Dio che non ha risparmiato nessun Continente (dall’Asia, all’Europa , agli stessi Stati Uniti), la sempre più drammatica situazione in Medioriente (viene fatto cardinale il Nunzio in Siria Mario Zenari) . E ora, il cambio di amministrazione negli Stati Uniti con la nomina a presidente del repubblicano Donald Trump.

Per quanto riguarda gli Stati Uniti (ben tre nuovi cardinali su tredici ) ci sono in particolare Blase J. Cupich, cioè l'uomo su cui Bergoglio ha puntato di più per ridisegnare gli equilibri della Chiesa americana. E poi Joseph W. Tobin, arcivescovo di Indianapolis, che era stato estromesso nel 2012 dalla Curia romana – dove era il numero due della Congregazione per i religiosi – per aver appoggiato le suore progressiste. Era proprio la mamma di Tobin quella cui piaceva Bergoglio già dal 2005, perché non era un principe della Chiesa, ma un uomo che si cucinava da sé”, come ha dichiarato suo figlio nei giorni scorsi.

L’ampia intervista a Papa Francesco pubblicata alla vigilia del Concistoro dal quotidiano della CEI, Avvenire va letta, quindi, non tanto con lo sguardo al Giubileo ormai finito, ma al futuro dell’eredità del “Papa del popolo” .

(articolo pubblicato il 18 novembre 2016 su l'Huffingtonpost)

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