top of page

DUE DRONI A CASA DELL'ATTENTATORE DI ISTAMBUL

Abdulkadir Masharipov, l'uomo accusato della strage della notte di Capodanno a Istanbul (39 morti) questa notte ha confessato e le sue impronte digitali combaciano con quelle del terrorista che ha scaricato il kalashnikov contro chi stava festeggiando l’arrivo dell’anno nuovo dentro la discoteca Reina. Lo ha detto oggi il governatore di Istanbul, Vasip Sahin a poche ore dall'arresto del terrorista, avvenuto ieri sera in un appartamento del quartiere periferico Esenyurt, nella metropoli turca, al termine di una caccia all’uomo durata due settimane che ha impegnato nelle indagini 2000 poliziotti a Istanbul e nelle province di Konya, Hatay e Smirne.

Un dettaglio particolarmente interessante è che nel corso del blitz nella casa dove l’attentatore si era rifugiato tre giorni fa - dopo averne cambiate diverse in questi quindici giorni di fuga - oltre a due armi da fuoco e 197 mila dollari sono stati sequestrati due droni.

Proprio il giorno dopo la strage, su HuffPost segnalavamo un allarme “droni” in Italia. Una segnalazione specifica era arrivata dai servizi segreti israeliani a quelli italiani. Partiva da un paese del Mediterraneo, probabilmente la Giordania. Lì sarebbero stati modificati dei droni in modo da renderli “armati”, cioè adatti a trasportare almeno tre chili di esplosivo. I dispositivi - piccoli e per questo capaci di sfuggire ai radar e ai divieti di sorvolo - sarebbero stati segnalati come destinati al nostro Paese dagli 007 del Mossad. Di questo si era parlato il 2 gennaio nel corso della riunione del C.A.S.A. (Comitato di Analisi Strategica Antiterrorismo), presieduto dal ministro dell'Interno Marco Minniti e di cui fanno parte i vertici operativi delle forze di polizia e dei servizi segreti, che si era riunito al Viminale proprio per analizzare la situazione all'indomani della strage di Istanbul.

La segnalazione del Mossad sui droni si è aggiunta a quella di due cellule operative entrate in Italia, via mare dalla Puglia, in ottobre, che hanno alzato ulteriormente il nostro livello di allarme. Si è aperta da allora una caccia all’uomo importante che ha coinvolto i servizi segreti stranieri. Perché se è chiaro che per azionare un drone basta un uomo, è altrettanto chiaro che per farlo arrivare fino al suo obiettivo, il presunto lupo solitario ha bisogno di una rete di supporto, per quanto leggera, ma pur sempre una rete. Così come non era affatto un lupo solitario Masharipov, ma un vero “soldato” del Califfato supportato da un’ampia copertura logistica.

Il governatore di Istanbul ha dichiarato durante la sua conferenza stampa che l’attentatore ha trascorso molto tempo in Afghanistan, dove ha ricevuto un addestramento militare di ottimo livello, e parla 4 lingue. È entrato in Turchia illegalmente nel gennaio del 2016 da una frontiera dell'est (non specificata) e prima di compiere la strage ha alloggiato in varie case a Istanbul. Per catturarlo, la polizia ha analizzato circa 7200 ore di filmati di telecamere di sicurezza disseminate nella città. Tutti elementi che rafforzano l'ipotesi di un'organizzazione terroristica dietro il piano di attacco alla discoteca Reina, una rete che sarebbe la stessa che ha progettato l'attentato all'aeroporto Ataturk di Istanbul, avvenuto lo scorso 28 giugno e nel quale morirono almeno 46 persone.

Restano aperte alcune domande: quelli trovati ieri notte nella casa che ha ospitato il terrorista di Istanbul sono i droni modificati per trasportare esplosivo partiti dalla Giordania e che avrebbero dovuto arrivare in Italia? E Masharipov doveva solo continuare a nascondersi o come soldato altamente addestrato aveva una nuova missione da compiere?

(pubblicato sull'Huffingtonpost)

bottom of page