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Il mondo cattolico sulla linea Del Rio

Migranti. All'indomani di una crisi sfiorata, e della blindatura dell'operato del ministro dell'Interno, Marco Minniti (da parte del Colle e di Palazzo Chigi) anche il Vaticano e gran parte del mondo cattolico entrano nel dibattito e le posizioni espresse sembrano appoggiare la linea "umanitaria" del ministro dei Trasporti Graziano Delrio (che in un'intervista a Repubblica ha ribadito la necessità di salvare vite umane e di applicare la legge internazionale sul soccorso in mare) rispetto a quella del titolare del Viminale (che lunedì aveva messo in conto di poter fare, se non sostenuto in pieno, un passo indietro).

Sulla stessa linea di Delrio, ad esempio la Caritas italiana e alcuni esponenti anche della maggioranza. Come Mdp: "Il dibattito sui flussi di migranti dalla Libia sta diventando quasi surreale: il nemico da combattere in mare e sulla terra sono le organizzazioni criminali che gestiscono il traffico di essere umani e non certo le Ong in quanto tale", ha scritto il vicecapogruppo al Senato di Articolo 1-MDP, Federico Fornaro. Mentre dal centrodestra si ribadisce la necessità che il governo segua le indicazioni del Parlamento sulle ONG.

Lo stesso Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio di ricordo delle vittime del disastro della miniera di Marcinelle in Belgio ( in gran parte italiani), ha invitato a ricordare che in passato i migranti eravamo noi, che "generazioni di italiani hanno vissuto la gravosa esperienza dell'emigrazione, hanno sofferto per la separazione dalle famiglie d'origine e affrontato condizioni di lavoro non facili, alla ricerca di una piena integrazione nella società di accoglienza". Fatto che, ha aggiunto il Capo dello Stato, "è un motivo di riflessione verso coloro che oggi cercano anche in Italia opportunità che noi trovammo in altri Paesi e che sollecita attenzione e strategie coerenti da parte dell'Unione Europea". Parole che hanno scatenato la reazione fortissima del segretario della Lega Matteo Salvini e dei social vicini al Movimento 5 stelle.

Per il Vaticano, politiche restrittive non servono, anzi. Rischiano di attivare canali alternativi ( e quindi presumibilmente illegali). Invece "per combattere il traffico e la tratta di migranti" occorre "aprire vie di accesso legali e sicure, attraverso politiche e leggi mirate e lungimiranti". È l'auspicio di padre Fabio Baggio, espresso in una lunga intervista all'Osservatore Romano in cui racconta l'inizio del suo impegno come sottosegretario della Sezione migranti e rifugiati del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale.

Il punto è che di questa sezione (con una scelta del tutto nuova) lo stesso Papa Francesco ha mantenuto la direzione ad tempus, a sottolineare l'importanza che i problemi di migranti e rifugiati hanno per lui. Mentre Baggio a Buenos Aires dove ha diretto il dipartimento per la migrazione dell'arcidiocesi all'epoca guidata dal cardinal Bergoglio, ricoprendo anche il ruolo di segretario nazionale dell'Opera della propagazione della fede, Opere missionarie pontificie Argentina. Quindi sicuramente il suo pensiero è in sintonia con quello del Santo Padre.

Nel Novecento , contro i mercanti di carne umana, "il santo vescovo di Piacenza (Giovan Battista Scalabrini )suggeriva – ha spiegato Baggio - una nuova legge comprensiva sull'emigrazione che proteggesse i partenti, fornendo loro informazioni veritiere e garantendo loro vie sicure di espatrio. Anche se i tempi sono cambiati, sono convinto che la prima misura da adottare per combattere il traffico e la tratta di migranti sia quello di aprire vie di accesso legali e sicure, attraverso politiche e leggi mirate e lungimiranti".

Anche la Caritas, l'organizzazione caritativa della Conferenza episcopale italiana, come il ministro Delrio, ritiene che il tema non "debba essere centrato esclusivamente sul codice di condotta delle Ong ma sul salvataggio, perché al di là dei Codici c'è in gioco la vita umana, che è sempre la nostra preoccupazione maggiore - dice al Sir il responsabile dell'ufficio immigrazione Oliviero Forti -. E chi se ne prende la responsabilità?". "Il fatto che ci siano persone riportate in Libia dove vengono violati i diritti umani - ricorda Forti -, e persone salvate in attesa di essere sbarcate, sono tutti elementi da prendere in considerazione, perché esistono norme di diritto internazionale da rispettare". Anche sulla presenza a bordo della navi di personale armato la Caritas pensa che "le armi non risolvono il problema, è solo un messaggio securitario che non serve certo a frenare le partenze".

Padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli, organismo dei Gesuiti per i rifugiati, non si dice contrario "al codice in sé", ma ritiene "sbagliata la modalità con cui si è arrivati alla sua stesura": "l'iter è partito con la messa in discussione del lavoro svolto dalle Ong che si occupano di salvataggio in mare e così si è arrivati a un codice che ha spaccato il mondo delle Ong". L'ambito, invece, "ha bisogno di essere regolamentato, ma per aumentare l'efficienza del salvataggio delle persone che scappano da are di rischio".

Sull'argomento è intervenuto anche il direttore di Avvenire, il quotidiano della CEI, Marco Tarquinio per dire che forze in armi sulle navi delle Ong che soccorrono i migranti sarebbero un «precedente» che "darebbe fiato e pseudo-legittimazione ai tentativi di commissariamento (o di espulsione) di Ong sgradite in diverse parti del mondo".

"Sulle Ong io sto con Graziano Delrio e anche con Marco Tarquinio, direttore di Avvenire. E con il Manifesto, quotidiano comunista, e con tutti coloro che hanno a cuore i diritti umani", ha scritto in un post su facebook, Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana.

Nel frattempo però l'Onu ha "benedetto" la missione navale di supporto alla Guardia costiera libica. «E' la strada giusta, contro i trafficanti» ha detto alla sua prima visita in Europa, l'inviato speciale per la Libia delle Nazioni Unite, Ghassan Salamé. La missione navale è parte integrante della strategia del governo e del Viminale di blocco dei flussi dalla Libia.

(pubblicato l'8 agosto 2017 su Huffpost.it)

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