Bassetti, De Gasperi e l'Italia ricucita.
"C'è un'Italia da ricucire per superare le divisioni ideologiche e territoriali e per trovare una cura alle ingiustizie sociali verso i giovani, i disoccupati e le famiglie". Il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale italiana, non si lascia sfuggire una delle rare occasioni "al di là di ogni retorica, in cui si riesce a coniugare 'storia e futuro' in un unico evento".
L'occasione è un Convegno all'Accademia Nazionale dei Lincei organizzato dalla Fondazione De Gasperi a 70 anni dalle elezioni del 1948. E così il porporato, con un occhio alle consultazioni politiche, lancia un appello a "ricucire" l'Italia e in favore di un'Europa più solidale, mentre soffiano nuovi venti di guerra nel Mediterraneo. Citando parte di una lettera scritta da Alcide De Gasperi nell'agosto 1927 segnala che anche oggi ci vogliono non "uomini di preda", non "uomini di piacere", ma "uomini di buona fede" per l'Italia e per l'Europa, per attraversare anche quella che può apparire "una valle oscura".
Non ferma qui il cardinale. Partendo dalla figura di Alcide De Gasperi, sottolineato che "mai come oggi si avverte l'esigenza" di "questa carità politica, di questo autentico anelito verso il bene comune che è la condizione più importante affinché un semplice politico diventi poi un vero statista al servizio della propria comunità".
Proprio guardando al futuro, Bassetti usa l'esperienza storica di De Gasperi per lanciare quelle che ha chiamato "due suggestioni". La prima riguarda l'identità nazionale. Definisce De Gasperi come un "autentico italiano", perché è stato suddito dell'Impero Asburgico - parte integrante di una minoranza nazionale - ma ha saputo lottare per l'autonomia italiana. Ha poi conosciuto il carcere e la persecuzione del regime fascista che in nome di una visione autoritaria della nazione ha incarcerato altri italiani. E infine, nell'ultima parte della sua vita, "è stato il leader di un gruppo dirigente che ha ricostruito l'Italia e che si è battuto con convinzione per costruire un'Europa unita e in pace". Da questo punto di vista, dunque, secondo il cardinale, "l'esperienza di De Gasperi ci viene a ricordare alcuni concetti preziosi per declinare l'identità nazionale: solidarietà, responsabilità, libertà ed Europa".
Il quadro concettuale su cui si muove De Gasperi per questo motivo - secondo il presidente della Cei - è fortemente attuale. "Proprio oggi, quando stanno sorgendo venti di guerra in Medio Oriente, quando il Mediterraneo è al centro di un conflitto silenzioso sui migranti, quando tante piccole Italie emergono nel dibattito pubblico e quando il processo europeo viene messo in discussione da troppe pulsioni particolaristiche e di chiusura verso l'esterno, ecco, in questo contesto, il messaggio di De Gasperi sull'Italia e sull'Europa è straordinariamente importante: un'Italia libera e responsabile in una nuova Europa più solidale".
La seconda suggestione lanciata da Bassetti riguarda la vocazione politica del politico di professione, animata dalla dimensione spirituale ("Senza cedere a tentazioni integraliste, senza ricorrere a scorciatoie propagandistiche e senza mai strumentalizzare i simboli religiosi come amuleti identitari") . Si tratta di un "autentico anelito verso il bene comune che è la condizione più importante affinché un semplice politico diventi poi un vero statista al servizio della propria comunità".
Insomma " c'è un cammino ancora tutto da percorrere e una storia ancora tutta da scrivere. Anche se a volte abbiamo la sensazione di camminare in una valle oscura, non bisogna mai perdere la speranza. Ciò che è più importante, come scrisse De Gasperi, è che tutti gli "uomini di buona fede" distinguendosi da "gli uomini di preda" e da "gli uomini del piacere" si incamminino verso il futuro rimanendo fedeli "alla propria stella". Una stella il cui fulcro è "contrassegnato, indiscutibilmente, dal valore incalpestabile della dignità umana, che va difeso sempre in ogni momento della vita".
(pubblicato su Huffpost.it il 18 aprile 2018)