UN CATTOLICO "RISORGIMENTALE"
Quando venne nominato ministro degli Esteri nel novembre 2014, alcuni osservatori notarono che Paolo Gentiloni, fosse stato scelto da Matteo Renzi più per la sua apertura verso gli Stati Uniti che per i rapporti con la Chiesa Cattolica. E questo naturalmente è vero.
Gentiloni, aggiunsero allora Oltretevere, aveva un tempo ottimi contatti nella Curia di Giovanni Paolo II, quando nei primi anni '90 divenne portavoce dell'allora sindaco di Roma Francesco Rutelli e in seguito Assessore al Giubileo (sempre con Rutelli). Contatti vaticani che però durante gli anni successivi, tra promozioni e trasferimenti,si sarebbero ridotti e raffreddati.
D’altra parte anche se cattolico, la sua scelta, aggiunsero al Nazareno, era figlia di una valutazione politica che non tiene conto del fatto che Gentiloni sia un cattolico. A riprova del fatto che per Matteo Renzi il rapporto con la Santa Sede non era più così importante come, per almeno 60 anni di storia italiana, è stato di Governo in Governo.
Questo scenario adesso è destinato a cambiare.
UN (NUOVO) PATTO GENTILONI? Una delle grandi debolezze di Renzi è stato anche il cattivo rapporto con Papa Francesco e con il Vaticano.
Un solo esempio: al centro della visita di Stato dell’ex premier in Vaticano il 14 dicembre 2014, ci fu un colloquio di 30 minuti che venne descritto “ad alta tensione”. Gentiloni era responsabile della Farnesina da soli 35 giorni, e la visita segnò - a guardarla adesso - una specie di cambio di testimone tra i due, nei rapporti oltre le Mura Leonine. Innanzitutto con il Segretario di Stato di Vaticano, Pietro Parolin, che appena dimesso il governo Renzi e iniziate le consultazioni del Capo dello Stato ha affermato che il Vaticano seguiva da vicino e con preoccupazione l’evolvere della situazione.
Mentre Angelino Alfano ha continuato ad avere i suoi legami con un’altra parte della Segreteria di Stato. Il 24 novembre scorso, monsignor Richard Gallagher, segretario della Santa Sede per i rapporti con gli Stati ( numero due di Parolin nel campo diplomatico), al termine dell'incontro con Gentiloni alla Farnesina, in cui ha ringraziato l’Italia per l’aiuto per il Giubileo , ha rivelato: “Questo incontro, ha spiegato il 'ministro degli Esteri' vaticano, " si inserisce in un contesto di periodiche consultazioni in termini di politica estera tra Italia e Santa Sede, avviate lo scorso anno: si tratta di un'iniziativa dettata da ovvi motivi di storica e geografica prossimità, ma anche da rapporti bilaterali improntati al dialogo e alla collaborazione”.
Ecco, Gallagher svela che il 2015 come di un anno di svolta nei rapporti tra Vaticano e Italia, naturalmente a motivo, proprio a marzo di quell’anno dell’ indizione del Giubileo della Misericordia, ma forse soprattutto di altri due fattori: la nomina a Presidente della Repubblica di Sergio Mattarella e della firma dell’accordo fiscale tra Italia e Santa Sede. Un accordo che ha permesso di restringere molto le rive del Tevere, che si erano pericolosamente allargate, dopo almeno un quinquennio di dura contrapposizione tra Italia e Santa Sede, su tutti dossier economici, a cominciare da quelli bancari (IOR, antiriciclaggio, evasione fiscale)
Il patto fiscale bilaterale è un accordo non solo amministrativo per favorire il rientro dei capitali in Italia (circa un miliardo stimò lo stesso Renzi), ma che ha natura pattizia, di Trattato internazionale, è stato ratificato definitivamente dal Senato il 28 giugno 2016 e potrà esplicare tutti i suoi effetti di disclosure con i regolamenti attuativi per i prossimi quattro mesi.
UN CATTOLICO “RISORGIMENTALE”. Gentiloni appartiene alla stessa famiglia di Vincenzo Ottorino Gentiloni Silverj, presidente dell’Unione elettorale cattolica italiana che nel 1913 siglò con i liberali di Giovanni Giolitti il cosiddetto “Patto Gentiloni”, cioè il superamento del “non expedit” di Pio IX e l’ingresso dei cattolici nella vita elettorale italiana. Il nuovo titolare della Farnesina è innegabilmente cresciuto in una famiglia cattolica, e fino a quindici anni, come ha raccontato in un’intervista a Vittorio Zincone, faceva catechismo ai bambini con l’amica Agnese Moro. Ma sicuramente il premier incaricato non fa parte della categoria di cattolici impegnati in guerre culturali (e quindi questo lo porta in sintonia con Francesco).
Nel 2005 in occasione del referendum sulla legge 40, Gentiloni – che già si era opposto in Aula – andò a votare per la sua abolizione, diversamente dagli altri esponenti cattolici anche di sinistra ( nonostante l’indicazione di astensione da parte dell’allora presidente della Conferenza episcopale italiana, Camillo Ruini). Anche all’epoca della proposta sui Pacs del governo Prodi, i patti di solidarietà tra omosessuali conviventi e coppie di fatto eterosessuali, Gentiloni si schierò a favore. A questo riguardo, merita ricordare che il premier incaricato abita con la moglie, e i suoi fratelli in un palazzo umbertino di via XX settembre , una data che nei rapporti tra Italia e Santa Sede più evocativo è costitutivo.
DOSSIER COMUNI. Questo è il paradosso che fa del premier incaricato, un futuro ottimo interlocutore per il Vaticano di Papa Francesco e potrà “aiutare” a livello internazionale su alcuni dossier comuni. Il primo con l’Europa è quello dei migranti. Nel settembre 2015 Gentiloni affermò: “Il governo italiano accoglie con favore la richiesta del Papa a parrocchie, comunità religiose, monasteri e santuari europei di aprire le porte a famiglie di profughi”.
Il secondo è Cuba, dove Gentiloni è stato il primo ministro degli esteri straniero ad arrivare dopo l’accordo tra Raoul Castro e Obama, propiziato da Papa Francesco.
Infine la Russia: il 2 dicembre 2016 il ministro degli Esteri Russo Lavrov è venuto in Italia perchè inviato da Genitori ,alla Seconda conferenza internazionale «Mediterraneo: il dialogo romano» organizzata dall’ISPI e in questo modo ha
incontrato il segretario di Stato vaticano Parolin e Gallagher sui temi della cooperazione bilaterale e dei problemi internazionali, innanzitutto Siria e Medioriente.
Il rapporto con la Russia rimasto solido anche dopo le sanzioni di Obama potrebbe costituire per Gentiloni (da sempre vicino ai Democratici americani), e anche per il Vaticano, un ponte verso l’imminente inizio dell’ era Trump.
La Green Economy: il nuovo presidente del Consiglio nel suo discorso programmatico alla Camera dei Deputati ha sottolineato che tra i punti qualificanti del programma del suo governo c'è lo sviluppo della Green Economy e del rispetto degli Accordi internazionali sul clima , in linea con quanto sostenuto da Papa Francesco nell'Enciclica "verde" Laudato Sii.
(update dell'articolo pubblicato l'11 dicembre 2016 sull'Huffingtonpost.it )