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Il Vertice di Parigi parla italiano

Ci sarà Al Sarraj, ci saranno i leader di Niger e Ciad. Il vertice di lunedì 28 agosto a Parigi fra i capi di governo di Francia, Germania e Spagna e Italia sarà allargato ai paesi maggiormente coinvolti nei flussi migratori nel Mediterraneo. Oltre al padrone di casa Emmanuel Macron, saranno presenti la cancelliera Angela Merkel, il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, il premier spagnolo Mariano Rajoy, l'Alto Rappresentante per la politica estera europea Federica Mogherini.

L'Italia preparerà questo importante appuntamento già nei prossimi giorni. Sabato il ministro dell'Interno Marco Minniti riceverà al Viminale 14 sindaci della fascia meridionale della Libia per concordare con loro i piani di intervento per lo sviluppo delle zone di loro competenza. Una declinazione concreta di quel "aiutiamoli a casa loro" che spesso diventa solo uno slogan.

Il premier libico Al Sarraj ha confermato la sua presenza a Parigi ieri pomeriggio. In ambienti di Palazzo Chigi e del Ministero degli Esteri non si nasconde la soddisfazione per il vertice che segna un grande punto a favore del nostro Paese, che da sempre ha sostenuto la necessità che il gruppo di testa dei paesi europei si faccia carico del problema in un dialogo stretto con i governi africani interessati. Un punto a favore dopo mesi di incomprensioni e dopo l'iniziativa unilaterale francese sulla Libia, con il presidente Macron attivo nel convocare sia Al Sarraj sia il suo "rivale", il generale Khalifa Haftar che controlla la zona della Cirenaica.

Si tratta dello sviluppo di un'azione diplomatica serrata, partita dopo il vertice europeo di Tallin, con una conferenza dei ministri degli Esteri (degli stessi Paesi europei e africani che si riuniranno a Parigi) convocata a Roma dal responsabile della Farnesina, Angelino Alfano, il 6 luglio scorso. Nel corso dell'estate, che si preannunciava particolarmente pesante per gli sbarchi sulle nostre coste - dopo il codice di condotta delle Ong varato dal Viminale guidato da Marco Minniti e le iniziative della magistratura, in particolare siciliana, contro l'immigrazione clandestina - i principali partner europei, a cominciare da Parigi e Berlino, sembrano ora pronti a riconoscere la bontà dell'impostazione italiana. L'Italia ha sempre spinto perché venissero sostenuti i Paesi di transito dei flussi migratori. A cominciare dal legittimo governo libico di Al Sarraj. Ma anche quelli del Niger e del Ciad, paesi della frontiera meridionale libica, le cui strutture statali non possono essere lasciate da sole a fronteggiare un fenomeno epocale.

L'Italia ha sostenuto anche economicamente i Paesi, il Niger con un contributo 50 milioni di euro e il Ciad con 10 milioni di euro. La Libia ha ottenuto assistenza da parte italiana su diversi fronti. È di ieri la notizia della consegna di 5.000 kit di pronto soccorso (distribuiti dalla Cooperazione italiana e dagli uomini della Difesa). Mentre l'Oim (Organizzazione internazionale per le migrazioni) e l'Unhcr (Alto commissariato Onu per i rifugiati) sono stati finanziati (rispettivamente con 18 milioni e 10 milioni di euro) per le loro attività su territorio libico, in modo, da realizzare - dicono alla Farnesina – un modello di assistenza rispettoso della dignità di migranti e rifugiati.

Paolo Gentiloni arriva a Parigi con l'orgoglio di aver ottenuto il riconoscimento della giusta impostazione del problema. In particolare perché dovrebbero essere stabiliti piani d'azione "multilaterale" del gruppo dei più importanti paesi europei nei confronti della Libia di Al Sarraj.

(articolo pubblicato su l'Huffpost del 25 agosto 2017 )

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