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Housing sociale: modello Torino

Il Viminale finanzierà il progetto MOI di housing sociale a Torino. L'impegno del ministro dell'Interno, Marco Minniti, è stato preso nell'incontro che si è svolto oggi al Ministero con la sindaca di Torino Chiara Appendino e il prefetto Renato Saccone.

MOI è una sigla che sta per Migranti, Opportunità , Integrazione, e riguarda le palazzine di quello che fu il villaggio olimpico di Torino 2006 e che, da più di 4 anni, sono diventate il rifugio dei profughi.

Finora vi avevano trovato un tetto circa 750 stranieri, 50 dei quali nei sotterranei. Ma si tratta di edifici che hanno bisogno urgente di ristrutturazione. I costi sono stimati in più di 2milioni di euro, 1milione e 750mila stanziati dalla Compagnia di San Paolo e almeno 500 mila euro verranno impegnati dal ministero dell'Interno ("daremo quello che sarà necessario", dicono al Ministero). Si punta alla completa riqualificazione dell'area entro tre anni.

Nel frattempo nelle palazzine dell'ex villaggio olimpico, "non ci saranno sgomberi, la parola non è contemplata, è prevista la liberazione graduale delle case grazie a soluzioni abitative e a soluzioni formative e lavorative", ha dichiarato a fine agosto Francesco Profumo, presidente della Compagnia San Paolo, che considera un fiore all'occhiello il 'progetto MOI' ,messo in campo insieme Prefettura, Comune, Regione Piemonte, Città Metropolitana e Diocesi. "È un modello di sviluppo e di coesione sociale".

Già 20 "abitanti" hanno seguito corsi di formazione e hanno lasciato la città per lavorare in Veneto, Friuli e Liguria, nei cantieri navali di Genova, Monfalcone e Porto Marghera. Nelle case che si sono così liberate potrebbero essere spostati alcuni stranieri che vivono adesso negli scantinati. E così via, mano a mano che saranno trovate occupazioni ed altre abitazioni.

La Compagnia di San Paolo, che insieme alla Città, alla Prefettura, Diocesi, Regione Piemonte ed ex provincia ha sottoscritto il protocollo per la soluzione dell'emergenza abitativa, ha trovato loro alloggio per i prossimi sei mesi. E dal 25 settembre farà altrettanto per i primi 150 che resteranno a Torino.

Entro la fine del 2017 dovrebbero essere 80 i posti messi a disposizione in strutture gestite dalla diocesi di Torino, 20 dal Comune e altri 50 saranno assegnati grazie a un bando pubblicato proprio in questi giorni dallo stesso Comune.

Insomma a Torino (dove pure come a Roma in via Curtatone, c'era un'ordinanza di sfratto della Procura) si sperimenta una via "dolce" per affrontare l'emergenza abitativa. A questo riguardo, la sindaca Appendino ha manifestato la volontà a Minniti di proporre all'associazione dei Comuni italiani, l'Anci, e al suo presidente, il sindaco di Bari, Antonio De Caro, una semplificazione delle procedure per le ristrutturazioni di infrastrutture destinate all'housing sociale. Un'iniziativa che troverà l'appoggio del Viminale.

Altri temi affrontati al Viminale sono stati l'impegno sul regolamento dei campi rom e la bonifica di via Germagnano a Torino, per debellare il fenomeno dei roghi di materiale pericoloso, che sprigionano fumi tossici.

Si è parlato anche della gestione dell'ordine pubblico per i tre G7 che si terranno sotto la Mole a fine mese (su Industria, Scienza e Lavoro), la cosiddetta Italian Innovation Week, e si svolgeranno alla Venaria Reale.

(pubblicato da Huffpost il 5 settembre 2017)

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