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IOR VERSUS UN FONDO DI MALTA


Lo Ior (Istituto per le opere di religione, la cosiddetta banca vaticana) ha avviato, davanti alle autorità giudiziarie competenti di Malta, "un'azione civile nei confronti di più soggetti terzi, ritenuti responsabili di averlo danneggiato significativamente nell'ambito di alcune attività di investimento cui l'Istituto ha partecipato". Il comunicato della Sala stampa vaticana di martedì 10 ottobre non ha fornito maggiori dettagli. Ma da Malta si è saputo che l'investimento riguardava un'operazione - per 17 milioni di euro - in un fondo immobiliare maltese, il Fondo 'K' (o 'Futura K'), da cui lo Ior (a causa degli alti rischi e delle elevatissime provvigioni) è poi uscito da anni.

Il fondo d'investimento in questione è il fondo Optimum Ad Maiora di Lussemburgo, dove i soldi dello Ior sono stati trasferiti per essere investiti attraverso il fondo Malta Futura Funds, gestito dal banchiere italiano Alberto Matta, il cui nome è venuto alla ribalta in Italia nel 2015 perché ad investire nel fondo Optimum non è stato in quegli anni solo lo Ior, ma anche la Banca popolare di Vicenza (travolta da un buco di un miliardo di euro).

Per questo, forse, l'attività del Fondo finirà sotto la lente della nuova commissione parlamentare d'inchiesta, presieduta da Pierferdinando Casini. Anche le cifre impegnate negli investimenti del Fondo sono simili sia per Popolare di Vicenza che per lo Ior e negli stessi anni. In un carteggio vaticano riservato, relativo all'operazione "Ad Maiora", è scritto che lo Ior è arrivato a investire fino a 230 milioni di euro. Un'iniziativa "proposta dal direttore Cipriani", si legge nel documento rivelato dall'Espresso nel giugno 2014 "e approvata nell'aprile 2012 dal consiglio di sovrintendenza per allocare una parte del capitale nel settore della finanza etica e degli investimenti alternativi". Duecentocinquanta milioni, invece, le somme investite dalla banca vicentina nei fondi Optimum (segnalati in bilancio nel 2014): 100 milioni nel novembre 2012 e 150 milioni nell'agosto del 2013.

Proprio a motivo del suo coinvolgimento nelle vicende della Popolare di Vicenza l'Autorità regolatoria maltese (Malta Financial Services Authority) ha congelato, già dal giugno 2016, la richiesta del Fondo Futura di Matta di poter essere registrato come Fondo autorizzato a gestire a Malta fondi superiori a 100 milioni di euro. Nel marzo 2017 Matta, in un'intervista con il Times of Malta ha protestato per questa esclusione (gli è stato anche ordinato di riportare i suoi livelli di investimento sotto i cento milioni) accusando l'Autorità regolatoria di trattamento ingiusto.

Sul Times of Malta, Matta è descritto come un manager che voleva portare a Malta un portafoglio di un miliardo e 400 milioni di euro di investimenti. Il banchiere ha anche difeso il comportamento delle sue società, insistendo sul fatto che né Futura né alcuna delle sue affiliate siano mai state indagate dalle autorità finanziarie italiane o dalla Banca centrale europea in seguito alle vicende della Popolare di Vicenza.

Nel 2015, Formiche.net descrive Matta come il "finanziere più amato da Zonin della Popolare di Vicenza" visto che gli investimenti nel Fondo Optimum erano oltre la metà dell'intero capitale che la banca vicentina ha investito in fondi di ogni tipo. Negli stessi anni, Methorios, una piccola holding romana quotata in Borsa (listino Aim) diventa il crocevia degli affari tra i fondi di Matta, la Popolare di Vicenza e l'imprenditore Alfio Marchini.

Matta ha investito anche molti denari di Enasarco e Eppi, le casse di previdenza italiane degli agenti di commercio e dei periti industriali. Quanto all'Enasarco, un'interrogazione parlamentare promossa dal Movimento 5 Stelle nella primavera 2014 ne chiedeva il commissariamento. "Risalgono alla fine del mese di ottobre 2013 le dimissioni del vicepresidente di Enasarco, Andrea Pozzi, il quale denunciava investimenti rischiosi posti in essere dall'ente previdenziale a discapito dei suoi iscritti – si legge nella trascrizione dell'interrogazione – in particolare Pozzi faceva riferimento al portafoglio di derivati...oltre a questo, Enasarco aveva investito in altri due fondi anomali: Futura Fund Sicav – comparto Newton (in cui la cassa avrebbe investito 329 milioni di euro, perdendone circa 55), gestito da Optimum Asset Management SA, società guidata da Alberto Matta ed Europa Plus – comparto Res Opportunity". Si trattava, secondo la relazione dell'ente, di strumenti alternativi che però, secondo chi ne contestava l'acquisto, andrebbero contro l'esigenza di tutela del risparmio propria di un investitore come Enasarco.

A questo riguardo però la Fondazione Enasarco ha precisato che "l'Ente non ha realizzato una perdita di 55 milioni sull'investimento nel fondo Futura Fund Sicav – comparto Newton", al contrario "ha messo in sicurezza i propri asset mediante la sottoscrizione a febbraio 2014 di un accordo quadro con cui è stata definita la chiusura anticipata del Comparto Newton di Futura Funds Sicav Plc e la restituzione alla Fondazione degli asset sottostanti (compreso il fondo immobiliare Optimum Evolution Fund SIF – Property II). L'operazione ha comportato per la Fondazione numerosi benefici" tra cui il risparmio di costi amministrativi, la riduzione del rischio di controparte e l'incasso di cedole per oltre 3 milioni di euro. "Gli asset derivanti dallo scioglimento del comparto Newton del Fondo Futura Funds Sicav sono stati totalmente dismessi dalla Fondazione senza rilevazione di alcuna perdita di bilancio, ma,al contrario, le vendite degli asset hanno generato plusvalenze realizzate per oltre 4 milioni di euro".

Adesso arriva l'iniziativa giudiziaria (che porta la data del 6 ottobre) dell'azione civile dello Ior in tribunale a Malta, che secondo la nota del Vaticano, "conferma l'impegno a favore della trasparenza assunto dallo Ior di denunciare, nelle sedi competenti, "possibili irregolarità commesse ai suoi danni" e "adottare, come in questo caso, ogni utile misura necessaria a tutelare i propri interessi economici e reputazionali, anche al di fuori dei confini della Città del Vaticano". "Quest'azione - ha aggiunto il portavoce Greg Burke - dimostra la volontà dello Ior di accertare le responsabilità per gli abusi del passato".

(update dell'articolo pubblicato il 12 ottobre 2017 sull'Huffingtonpost)

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