“ERA LA MANTENUTA DEL CARDINALE, COME HA DETTO DIDDI? E CHE REATO E’?”
La “schermatura “ dei soldi attraverso società slovene per tutelare un pubblico ufficiale vaticano. Nessuna menzione della storia della liberazione della suora colombiana. Arringa degli avvocati Ruggio e Di sera in difesa di Cecilia Marogna.
di Maria Antonietta Calabrò
“Il Tribunale non può che decidere di mandare assolta Cecilia Marogna perché il fatto che le viene contestato non costituisce reato". E' la conclusione dell'avvocato Fiorino Ruggio, difensore della ex manager sarda e asserita specialista di intelligence, intervenuto nell’Aula nella 72/a udienza del processo sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato e la compravendita del Palazzo di Londra. Molto brevi gli interventi sia di Ruggio che dell'altro legale Giuseppe Di Sera. L’udienza è durata in tutto 35 minuti.
Il reato di peculato non sussisterebbe secondo Ruggio per due motivi: innanzitutto perchè i 575 mila euro provenienti dai fondi della Sds, detenuti in Svizzera, inviati sui conti di una società slovena Logsic Humanitarne Dejavnost ma che in una buona parte secondo l'accusa sarebbero finiti in spese personali e voluttuarie, erano “fondi extrabilancio”, quindi non ufficialmente riferibili al Vaticano. E (secondo motivo) perchè la Marogna non può essere qualificata come pubblico ufficiale e per questo non può rispondere del reato di peculato.
E qui l’avvocato Ruggio più volte ha fatto riferimento alla requisitoria del Promotore Diddi. Secondo Ruggio il Promotore di giustizia non ha sostanzialmente mostrato alcuna prova sull’uso illecito del denaro. Non ha depositato gli estratti conto della banca , non ha depositato i passaggi dei soldi dalla società di Marogna ad un altra società. “Ma solo un foglio Excel, pubblicato dalla trasmissione Le Iene, cioè la gogna mediatica. “
“ Il Papa sapeva? “- si è chiesto Ruggio . E si è dato questa risposta: “ Non poteva non sapere , in uno stato assoluto come questo, il Papa-Re sa tutto. Non vi invece prova documentale del peculato, il Promotore non l’ha potuta produrre e se allora Cecilia Marogna era - come ha detto il professor Diddi - la mantenuta del cardinale, - abbiamo anche sentito questo nella Requisitoria del Promotore - e laLogics non aveva nulla a che vedere con denari che venivano spesi nell’interesse del Vaticano e se il cardinale Becciu ha dato disposizioni perchè questi denari andassero da quel conto corrente (in Svizzera,NdA) alla società perchè doveva mantenersi la Marogna , se è vero tutto questo, signor Presidente, dov’è il peculato? “
E ancora e ancora : “Ma se allora qualcuno si è rubato soldi della segreteria di Stato per mantenersi la Marogna? Diamola questa versione… diamola: ma certamente questo non dipende dalla Marogna. Alla Marogna i soldi sono arrivati legittimamente sul conto della società con tanto di bonifico bancario. Quali fossero gli accordi tra la Sds, fra il cardinal Becciu e la Marogna, non è dato sapere perchè il cardinal Becciu che è stato sciolto dal segreto (dal Papa, ndA) non l’ha detto …e ha pure dichiarato che “La Marogna deve restituire tutti i denari!”, ma quale azione ha fatto Becciu nei confronti di Cecilia Marogna per recuperare i denari ? Nessuna. Quale azione ha fatto la Segreteria di Stato per recuperare i denari? Quale azione è stata fatta? Nessuna. “, si è risposto Ruggio.
Ruggio sostiene inoltre che i soldi sono partiti dalla Sds e sono stati schermati attraverso società slovene, perchè “molto probabilmente, quando si è organizzato tutto questo giro di denaro, facendolo partire da un conto intestato da una persona che gestiva soldi non ufficiali della Segreteria di Stato vaticana, probabilmente si è pensato bene di tutelare qualcuno strutturando il tutto con delle società che non rientrassero nella figura del pubblico ufficiale, creando questo ambaradan. Questa è la verità signor Presidente. E se qualcuno ce l’abbia voluta dire in Aula, o ce l’abbia celata o ancora ce l’abbia detta parzialmente, ha poca importanza, perchè Cecilia Marogna e la Logistic non rientrano nella figura di pubblico ufficiale.”
Significativo che tre parole siano mancate in tutta l’arringa. Le parole :” Liberazione suora colombiana”, che è stata la motivazione sempre asserita da SE Becciu per i trasferimenti fondi a Marogna. E che è stato un mantra di questa vicenda. E guarda caso è stato evidenziato da Ruggio che Marogna (arrestata illegittimamente a Milano, come ha statuito la Cassazione) si è fatta ben 17 giorni di carcere a San Vittorie, con una bimba di otto anni affidata alla vicina di casa. E che nonostante questo è stata zitta, ha mantenuto il silenzio, i suoi segreti. Non ha ceduto a diventare un collaboratore degli inquirenti che pure hanno ancora sotto sequestro il suo cellulare.
Di servizi segreti invece si è parlato, eccome . L’avvocato di Marogna ha ricordato che la donna ha invocato il segreto Nato, da cui ha chiesto di essere liberata “ma la NATO è rimasta silente , e anche lo Stato italiano è rimasto in silenzio” e anche lo Stato vaticano. L’avvocato di Marogna ha citato le centinaia di email scambiate dalla donna con il generale Luciano Carta e al cardinale segretario di Stato Pietro Parolin. Ha evocato Giuliano Tavoroli e Marco Mancini.
L’avvocato Di Sera , in apertura, ha sottolineato quelle che ha definito le gravi anomalie procedurali accadute con l’entrata nel processo delle figure di Genoveffa Ciferri, e Francesca Chaouqui, della mancata aquisizione al processo, di oltre cento Whattapp tra Ciferri e Diddi , il ruolo di “monsignor Perlasca, quasi un agente provocatore” quando è stato mandato a registrare i discorsi con il cardinale Becciu al ristorante Lo Scarpone sul Gianicolo.
Cecilia Marogna nel processo risponde di peculato per i 575 mila euro versati dalla Segreteria di Stato alla sua società Logsic di Lubiana, per ordine del cardinale Angelo Becciu, e destinati ad attività umanitarie e di mediazione.
Nell'udienza dello scorso 26 luglio, il promotore di giustizia Alessandro Diddi ha chiesto per la donna la condanna a 4 anni e 8 mesi di reclusione, l'interdizione perpetua dai pubblici uffici e 10.329 euro di multa, oltre alla confisca. Per quanto riguarda le società slovena Logsic Humanitarne Dejavnosti, che alla Marogna fa capo, una di 150.000 euro, tre anni di divieto di contrattare con la pubblica amministrazione e una confisca di 174.210 euro.
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