NON C'E' NESSUN PROCESSO SPECIALE
Il Tribunale vaticano presieduto da Giuseppe Pignatone ha respinto tutte le eccezioni di nullità avanzate dalle difese degli imputati ( Becciu, Mincione, Crasso, Torzi, Tirabassi) , nel processo per lo scandalo finanziario che sui fondi della Segreteria di Stato, a cominciare dall'acquisto del palazzo di SloaneAve60 a Londra. Dopo 7 mesi di eccezioni procedurali, e di tempo concesso alle difese, il 17 marzo si inizierà ad entrare nel merito delle accuse con l'interrogatorio di SE Angelo Becciu in relazione ai fondi finiti alla cooperativa SPES di Ozieri gestita dal fratello del cardinale. Becciu si è definito “ felice “ di poter parlare, ma i suoi avvocati per mesi e mesi hanno cavalcato la tesi della nullita’ del processo asseritamente “ ingiusto” . Questa sarà solo la prima tranche dell’interrogatorio di Becciu, che poi proseguirà sugli altri capi di imputazione ( soldi inviati a Cecilia Marogna e palazzo di Londra) L'ordinanza del Tribunale viene allegata qui sopra nella sua interezza per la sua importanza . In particolare il Tribunale ha dimostrato come in Vaticano siano rispettati i principi del "giusto processo" , che il processo in corso non è un processo speciale (perchè i Rescripta del Santo Padre sono atti legislativi, con forza di legge, e il Papa è il supremo legislatore vaticano) , e il Tribunale non è "un tribunale speciale", quasi fosse un tribunale del regime fascista. Le obiezioni sono state confutate punto per punto nelle 40 pagine del documento. Nell'ordinanza si citano anche due sentenze estere in procedimenti correlati (una della Cassazione italiana, in relazione al mandato di cattura italiano contro il broker Gianluigi Torzi e l'altra del Tribunale federale svizzero che ha confermato il sequestro di 60 milioni di euro sui conti di Raffaele Mincione, provenienti secondo il Promotore di Giustizia vaticano dai fondi della Segreteria di Stato): in entrambe si dà atto al Vaticano di rispettare i diritti di difesa degli imputati. (https://www.huffingtonpost.it/entry/scandalo-vaticano-svizzera-conferma-il-sequestro-di-60-mln-a-mincione_it_61d83fd8e4b04b42ab7ec1a0/ e https://www.justout.org/single-post/cosa-ha-veramente-scritto-la-cassazione-su-torzi-1)
L'avvocato di Cecilia Marogna ha affermato che la sua cliente non si farà interrogare finchè non sarà sollevata dal segreto e che ha scritto alla Segreteria di Stato vaticana, allo Stato Italiano e anche alla Nato. Il Presidente Pignatone ha replicato di poter scrivere "eventualmente alla Segreteria di Stato per chiedere chiarimenti, ma alla Nato certo per le mie competenze non posso scrivere ". Aggiungendo una battuta: "la ritengo ora in altre faccende affaccendata" , riferendosi con ogni evidenzia alla crisi ucraina. Il 29 luglio scorso comunque sulla questione era intervenuta con una nota la presidenza del Consiglio dei ministri riferendo che "in merito al procedimento penale in corso presso gli organi di giustizia vaticani che vede interessata la signora Cecilia Marogna si precisa che non esiste alcun obbligo di segretezza che limiti l'esercizio dei suoi diritti processuali".
E il Copasir (comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica ) cui la Marogna si era rivolta con un esposto ha dovuto "prendere atto" dei risultati dell'ispezione del DIS disposta al riguardo E cioe’ che la donna fu si presentata da Becciu al generale Carta, ma che la risorsa si rivel o’ sostanzialmente non produttiva e fu prima congelata e poi accantonata.
Anche il cardinale Becciu in relazione ai 600 mila euro fatti arrivare alla donna (una somma enorme che è stata spesa , secondo le indagini bancarie svolte dall’accusa, in generi di lusso) si è appellato al segreto.
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