PAPA LEONE, LA CHIESA E TRUMP, “UN UOMO IN MISSIONE PER CONTO DI DIO”
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- 25 giu
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25 giugno 2025
di Maria Antonietta Calabrò
Sono stato per molti anni corrispondente del “Corriere della Sera” negli Stati Uniti, adesso faccio un po' di più su e giù, però ho passato lì tanti anni lì, ho seguito soprattutto le scelte politiche ed economiche.
Mi sono avvicinato agli argomenti di questo libro per la qualità del libro perché appunto l'Altare descritto dal libro è quello ovviamente del Vaticano, della Chiesa Cattolica, e il Trono è quello della politica e in questo Trono della politica c'è molta parte degli Stati Uniti sia per il peso che ha Donald Trump che per quello di una serie di personaggi del mondo conservatore americano. Sono tutte complesse vicende ecclesiastiche e anche il peso che ha avuto la Chiesa americana e i benefattori americani e cristiani che sono in realtà uno snodo molto importante di finanziamento della Chiesa. Questo mondo cattolico americano negli ultimi mesi, soprattutto dopo la morte di Papa Francesco ha avuto un peso molto importante. In quelle settimane mi sono trovato in Italia e il “Corriere della Sera” mi ha chiesto di seguire anche queste vicende. Come ogni anno in primavera vengono a Roma i donatori americani cattolici più importanti, delle famiglie cattoliche più importanti, ma quest’anno tutto ciò è capitato nel bel mezzo del preConclave e posso dire che in qualche modo hanno chiesto delle garanzie. Quest’ anno sono arrivati insieme a molti prelati, esattamente nel periodo in cui erano giunti i cardinali da tutto il mondo. Ho avuto la possibilità di incontrare diversi di questi prelati, di capire come in tutto questo si era posizionato il potere politico americano. Voglio parlare per primo del libro in sè e poi di quello che è il rapporto di JDVance , il vicepresidente di Trump, con la Chiesa cattolica.
Non mi fa velo l’amicizia con Maria Antonietta , il fatto che ho lavorato per tanti anni con lei al Corriere della Sera, ma, devo dirlo: si tratta di un libro molto chiaro e molto utile. È una lettura complessa perché la storia è enormemente complessa, ma per me è stata illuminante perché c'è un ritorno dentro delle vecchie storie e anche in qualche modo la delusione, quasi una vera e propria depressione, perché quarant’anni dopo ritornano vicende molto simili a quelle che hanno portato alla morte di Roberto Calvi sotto il ponte dei Frati Neri , a Londra e ancora prima alla storia di Michele Sindona. Perché?
Perché evidentemente al di là della volontà e della buona fede di gran parte dei prelati vaticani, il fatto che esista un’ entità statale, minuscola, che però ha una sua autonomia ed è esentasse, può portare poi in qualche modo a mettere in tentazione anche dei prelati e da questo si arriva a delle storie come quelle che sono raccontate nel libro. Il libro racconta anche dei tentativi di Benedetto XVI e quelli di Francesco di porre mano alla situazione disastrosa delle finanze vaticane. Tanto che il Vaticano è finito veramente isolato dal resto del mondo sul piano finanziario: a un certo punto non c'era neanche più un bancomat funzionante in Vaticano, perché le autorità monetarie,a cominciare da quelle italiane, avevano interrotto ogni rapporto con loro, a causa dell’inaffidabilità delle finanze vaticane rispetto ai normali meccanismi di controllo del riciclaggio del denaro.
Francesco ha cercato di fare pulizia, ma non avendo tutte le conoscenze finanziarie, si è affidato a persone esterne, esperte del settore e queste persone hanno avuto difficoltà nel rapporto anche con i cardinali che non erano abituati ad avere dei controlli di questo tipo, fino appunto ad arrivare a delle rotture, ad attacchi molto violenti Essi hanno portato all’estromissione del primo Revisore dei conti, e a vicende molto dure nei confronti del cardinale George Pell , che era stato messo a capo in questa struttura di controllo finanziario, ma che purtroppo ha subito delle vicissitudini molto negative , è stato accusato ingiustamente in Australia di pedofilia, poi è stato riconosciuto innocente , ma per anni ha perso la possibilità di mettere sotto controllo le situazioni finanziarie vaticane.
Il libro quindi è questo, ed per me è molto chiaro, ed ha una scansione molto chiara che consente di seguire questo percorso, questa storia, facendo comunque la fatica di andare dietro a tante vicende e a tanti personaggi, ma ha il pregio di farci vedere abbastanza chiaramente quello che è accaduto.
Ecco poi il mio secondo punto. Per quanto riguarda l’atteggiamento dell'attuale amministrazione americana nei confronti della religione e della Chiesa, posso dire che, come ha scritto Maria Antonietta, il vicepresidente JDV si è convertito nel 2019, quindi molto prima di arrivare alla posizione che ricopre attualmente, ma si è convertito, come ha detto, unendosi alla Chiesa della resistenza, cioè della resistenza contro la Chiesa di Francesco a favore di una Chiesa molto più conservatrice, che è quella di incarnata da monsignor Viganò, l’ex nunzio negli Stati Uniti, ma anche in parte a quella americana del cardinale di New York Timothy Dolan e di altri prelati. Dolan a suo tempo era stato a favore della nomina di Francesco, perché in quel momento si era reso conto della situazione di emergenza in cui versava la Chiesa, cioè degli scandali della pedofilia e soprattutto del disastro finanziario che incombeva sulla Chiesa. Lui e i cardinali americani pensarono che poteva aversi una svolta con Bergoglio, perché sembrava una situazione alla portata di un cardinale latino-americano, quindi fuori dalla cerchia romana, un gesuita, con un polso abbastanza fermo.
In realtà Francesco ha fatto molte cose positive, ha dato incarichi nelle posizioni giuste, probabilmente in altri casi che si è fatto un po' raggirare o comunque non ha avuto la competenza per capire esattamente, anche dal punto di vista tecnico- amministrativo, quello che stava succedendo.
Adesso passo a trattare un secondo aspetto. Abbiamo visto che Trump, al suo secondo mandato, ha nominato come ambasciatore negli Stati Uniti presso Brian Burch, cioè un altro personaggio profondamente ostile alla chiesa di Francesco, uno che è stato l’ organizzatore dell'elettorato cattolico a favore di Trump, e che in passato spesso si è espresso su Francesco in modo non solo negativo, ma addirittura in modo talmente forte da lasciare senza fiato: addirittura ha sostenuto che Francesco non sarebbe durato molto, cioè che sarebbe presto morto e che sarebbe stato meglio occuparsi non del passato, ma di quello che sarebbe successo dopo, aspirando ad un papa molto più conservatore, molto più simile a Giovanni Paolo II.
A differenza di quello presso lo Stato italiano, che è arrivato a Roma un po' di giorni fa, l’Ambasciatore presso la Santa Sede ancora non è arrivato in Vaticano, perchè i democratici hanno bloccato la nomina e sono riusciti a far rinviare di altre settimane la conferma che è necessaria nel Senato per tutte le nomine del Presidente degli Stati Uniti.
Qual è l'atteggiamento di questa amministrazione nei confronti di Papa Prevost?
Formalmente di grande disponibilità, nel senso che si aspetta un Pontefice meno progressista di Francesco, più attento alla chiesa che vorrebbe mantenere alcuni costumi tradizionali. Ad esempio: molti americani che fanno parte della parte conservatrice della chiesa, vorrebbero un ritorno non obbligatorio, ma almeno facoltativo, della Messa in latino, vogliono ritornare a questa tradizione.
Papa Leone però - probabilmente su molti altri temi - in realtà è molto vicino a Francesco. E allora, qual è il personaggio che in qualche modo forse sta raccontando la verità? E’ Steve Bannon, che è un esponente MAGA molto radicale, che è stato il consigliere e lo stratega della prima amministrazione Trump a partire dal 2016, poi, lo stesso Trump , lo ha allontanato perché tecnicamente si era trovato quasi un secondo presidente in casa. In ogni caso Trump è rimasto comunque ideologicamente molto vicino a lui, e lui è venuto anche qui in Italia, come sapete probabilmente, per cercare di organizzare delle scuole di pensiero tradizionalistiche cattoliche. Veniamo ad oggi: Bannon ha detto già in varie circostanze, soprattutto in una intervista a Viviana Mazza, collega del Corriere, che è stata pubblicata qualche settimana fa, che considera Prevost in realtà un nemico per Trump: perché è vero che ci sono alcune questioni per cui Papa Leone è vicino ai tradizionalisti, ma in realtà ce ne sono altre che contano politicamente di più ( immigrazione, economia, beni sociali ) per cui Prevost più che americano, è latino-americano, essendo stato in Italia e in Perù, ed è stato molto vicino a Francesco, e quindi la sensazione che diffonde Bannon è che - vedete l'ha proprio detto -“ esattamente come noi i repubblicani abbiamo parlato di un “deep state” americano che aveva fatto la guerra a Trump, esiste una chiesa profonda ostile aTrump.”
Da parte sua peraltro, Trump ha sempre più giocato su una sua immagine vicina al mondo della religione. Da un certo momento in poi ha capito che il consenso degli evangelici e degli altri elettori religiosi era essenziale per la sua rielezione e quindi, pur essendo una persona che ha avuto condanne per abusi sessuali, un numero piuttosto elevato di divorzi, si è presentato come un messaggero di Dio. Se vi facessi vedere tutte le immagini che ho sul telefono, immagini in cui lui si è presentato come messaggero di Dio, con Dio e con Gesù, con le pecore sulle spalle e tutti gli slogan che circolano, tutte le bandiere che vengono Sventolate nei comizi di Trump, con sù scritto: “ Gesù, il mio Signore, Trump il mio Presidente” , tutto questo l'ha potuto fare e l'ha fatto in modo sempre più progressivo, durante la sua campagna elettorale. Ha cominciato ad alimentare questo sentimento pubblico come di un'entità che in qualche modo è stata promossa, è stata mandata dal Signore a risolvere alcuni problemi e ha cominciato più o meno con Covid, durante il primo mandato. Vi ricorderete che Trump è ritornato sano dopo tre giorni, dopo tre giorni faceva già dei comizi e lì si è cominciato a dire, che si ricordava soltanto di un altro caso, di una persona che dopo tre giorni era resuscitata.
Poi su questo aspetto religioso ha giocato molto durante l'anno che ha preceduto le elezioni. Trump ci ha giocato molto nel periodo elettorale,quando ha avuto tutte le incriminazioni, quindi si è presentato come perseguitato.Poi c'è stato l'attentato del 13 giugno del 2024, dopo quell'attentato lo stesso Trump ha cominciato a presentarsi come qualcuno che era stato salvato da Dio per un motivo. E che lui, scegliendo dei giudici conservatori alla Corte Suprema ha seguito la causa del Signore.
Quando è stato eletto Papa Prevost, che è una altra persona, americano come lui, che parla in inglese come lui, ovviamente è più difficile che Trump possa presentarsi come messaggero del Signore. Ho pensato, “è finita”: che a questo punto il Presidente americano avrebbe smesso di usare i paragoni di questo tipo, e invece pochi giorni fa, ha messo sul suo social un’ immagine di lui che cammina in una strada oscura con il cappotto nero, con la faccia accigliata, sembra un vero e vero film di Scorsese, più che qualcosa religioso, e con questa scritta: “E’ un uomo mandato in missione da Dio, nessuno può fermarlo”. Quindi questo dimostra che Trump continua ad andare in questa direzione.
Trascrizione non rivista dell’intervento di Massimo Gaggi, editorialista del Corriere della Sera alla presentazione de “IL TRONO E L’ALTARE “ a Casale Monferrato il 17 giugno 2025.
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