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Chi ha tentato di mascariare il processo Becciu?



Naturalmente deve essere fatta luce completa su ciò che avvenne. E verificare se qualcuno ha messo una “bomba a tempo” nella pancia del processo. Ma è altrettanto chiaro che il “Memoriale Perlasca” è stato solo un passaggio dell’istruttoria


"Io non l’ho fatto”, “posso anche consegnare il mio cellulare per l’estrazione della copia forense”. Il Promotore di Giustizia vaticano Alessandro Diddi nell’udienza del 30 novembre 2022 ha respinto da sè ogni insinuazione e ha aperto un nuovo fascicolo d’indagine sui presunti “suggeritori occulti” del memoriale di monsignor Alberto Perlasca (ex capoufficio amministrativo della Segreteria di Stato ai tempi dell’acquisto del famoso palazzo di Londra, quando sostituto era monsignor Angelo Becciu).Tutti gli avvocati difensori degli imputati e il Tribunale presieduto da Giuseppe Pignatone hanno espresso la loro solidarietà a Diddi che ha definito falso un resoconto di stampa di una testata italiana relativa ai messaggi whatsapp scambiati tra Genoveffa Ciferri , la “sodale” di Perlasca (lei si autodefinisce così proprio in un messaggio a Diddi) e la protagonista del secondo Vatileaks (condannata in Vaticano nel 2016 a 10 mesi di carcere con pena sospesa) Francesca Immacolata Chaouqui, ex componente della COSEA (la Comissione per la riforma economica delle Santa Sede che finì i suoi lavori nel 2014).I messaggi depositati in Tribunale - su cui Diddi ha aperto le sue indagini per verificare la genuinità del Memoriale (consegnato agli inquirenti il 31 agosto del 2020 ) - saranno oggetto della testimonianza delle due donne alla ripresa delle udienze a gennaio, con un possibile confronto “all’americana” tra le due, se dovessero risultare incongruenze.Perlasca ha negato di aver mai saputo fino a venerdì scorso (25 novembre) che dietro i suggerimenti della Ciferri per compilare il Memoriale, ci fosse la Chaouqui anche se lo stesso Perlasca aveva infarcito la sua testimonianza dei giorni precedenti davanti al Tribunale di molti “non ricordo” , tanto da essere richiamato da Pignatone.Perlasca ha sostenuto di aver sempre saputo che era “un magistrato anziano “che faceva da consulente alla sua amica.Quanto alla Chaouqui, la donna si è presentata a testimoniare agli inquirenti sui fondi della segreteria di stato, il 30 ottobre 2019 . La circostanza è riportata nella richiesta di rinvio a giudizio.E non risulta che mai Chaouqui abbia fatto cenno a questo rapporto mediato da Ciferri e occulto con Perlasca.La sera di sabato 26 novembre 2022 , dopo che Perlasca è stato messo alle strette, la Ciferri ha inondato il Promotore Diddi di centinaia di messaggi scambiati con Chaouqui che in passato in una dichiarazione ebbe a dire che le sarebbe piaciuto conoscere la Ciferri.Questa strana vicenda che cosa sta a significare?Un tentativo clamoroso e ma al tempo stesso maldestro di “ mascariare” il processo vaticano contro il cardinale Becciu e altri nove imputati ? Dopo tante indagini internazionali (dal Lussemburgo alla Slovenia ) rogatorie , sentenze italiane e svizzere, sequestri di conti agli imputati per quasi cento milioni di euro?Le indagini sulla vendita del palazzo di Sloane Avenue iniziano a seguito della denuncia dello IOR e del Revisore generale dello Stato vaticano già nel luglio del 2019, nel febbraio 2020 sono state compiute perquisizioni e sequestri a funzionari della Segreteria di Stato, tra cui Perlasca . Il cardinale Becciu entra per la prima volta nell’attenzione degli inquirenti a motivo del suo interessamento per la rivendita del Palazzo ex Harrods a fine aprile del 2020.Sono stati cambiati i vertici dell’Aif (Bruelhart e Di Ruzza attualmente sotto processo ), introdotte riforme in Vaticano sia nell’ambito penale sia in quello strettamente economico. , sono molti gli interventi della magistratura italiana che riguardano il broker Torzi, uno dei coimputati. E mentre non si era ancora spento l’eco delle indagini della Guardia di Finanza in Sardegna sulla cooperativa Spes del fratello del cardinale e dei primi esiti della rogatoria espletata dalla Procura di Sassari, compreso il clamoroso audio della telefonata con Papa Francesco che Becciu ha fatto registrare a una sua nipote (destinataria di 100 mila euro per l’acquisto di una casa) per cercare di avere “la prova “ dell’autorizzazione del pontefice per il finanziamento dell’operazione-suora (un milione di euro spariti di cui quasi la metà spesi da Cecilia Marogna in beni personali nell’arco di due anni), ecco che si è appalesato una sorta di deja-vu, ad opera della Ciferri.Una consecutio temporum che salta un po’ all’occhio.Mascariare in siciliano (lo sanno bene tutti coloro che hanno avuto a che fare con processi di mafia ) vuol dire “tingere con il carbone”, “sporcare” , intanto si fa, prima o poi diventerà utile.Naturalmente deve essere fatta luce completa su ciò che avvenne. E verificare se qualcuno ha messo una “bomba a tempo” nella pancia del processo. Ma è altrettanto chiaro che il “Memoriale Perlasca” è stato solo un passaggio dell’ istruttoria, continuata fino al rinvio a giudizio degli imputati il 3 luglio del 2021. Da allora sono state svolte nell’arco di due anni ben 41 udienze dibattimentali.Tanto che il Tribunale presieduto da Pignatone giovedì 1 dicembre 2022 , ha respinto le istanze di “sospendere” il processo a motivo dei whatsapp della Chaouqui e ha detto che il dibattimento va avanti lo stesso.

Pubblicato il 2 dicembre 2022 su Huffpost.it




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