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Il Papa:vigilare contro la corruzione. Parolin: siano puniti i reati del processo Sloane Ave.

di Maria Antonietta Calabrò


Due atti distinti, ma convergenti. Mentre si si era appena aperta la penultima udienza " del processo del secolo" (la numero 84) , quello per la compravendita del famoso palazzo di Londra , il Papa ha ricevuto in udienza i membri dell’Ufficio del Revisore Generale della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano. Nel discorso consegnato, l'invito a osservare l’assoluta trasparenza. Fedeltà ed onestà caratterizzano coloro che lavorano per la Santa Sede e per lo Stato della Città del Vaticano, ha detto, tuttavia “la lusinga della corruzione è così pericolosa che occorre ben vigilare”.

"So che dedicate molta attenzione a questo, con un lavoro i cui frutti sono gestiti al tempo stesso con fermezza e misericordiosa discrezione perché, ferma restando l’esigenza di un’assoluta trasparenza in ogni azione, gli scandali servono più a riempire le pagine dei giornali che a correggere in profondità i comportamenti". Aggiungendo : " Vi invito, oltre a ciò, ad aiutare i responsabili dell’amministrazione dei beni della Santa Sede a creare presidi che possano evitare, “a monte”, che l’insidia stessa della corruzione si concretizzi." Com'è noto proprio dal Revisore generale è arrivata una delle due denunce (l'altra è stata dello IOR ) all'autorirtà giudiziaria vaticana che ha portato all'apertura delle indagini nell'estate 2019 sull'acquisto del palazzo di Sloane Ave nella capitale inglese per cui nel 2021 sono stati rinviati a giudizio il cardinale Angelo Becciu e altri 9 imputati (tra cui il finanziere Raffaele Mincione, il broker Gianluigi Torzi, il dipendente amministrativo della Segreteria di Stato Fabrizio Tirabassi e lo storico advisor delle finanze vaticane Enrico Crasso) per peculato, abuso d'ufficio, riciclaggio, auto riciclaggio e corruzione appunto.

Inoltre in apertura dell'udienza il Promotore di Giustizia ha annunciato davanti al Tribunale vaticano presieduto da Giuseppe Pignatone che il cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin ha confermato con una lettera datata 6 novembre 2023 e consegnata il 5 dicembre la volontà della Segreteria di Stato di presentare querela contro coloro che si sono macchiati di gravi reati.

Scrive nella lettera letta in Aula dal Promotore di giustizia aggiunto Gianluca Perone : "Facendo seguito a posizione già assunta dalla Segreteria di Stato, confermo l’istanza di perseguire e punire tutti i reati su cui si agisce su istanza di parte e di cui la Segreteria di Stato è considerata parte offesa”.

Il vertice vaticano è insomma ben determinato a che corruzione e reati finanziari vengano individuati e puniti. Quelli del passato e quelli futuri.

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