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LA PRIGIONE DI ALDO MORO E LA VERITÀ MANCANTE

di Maria Antonietta Calabrò
Ha ragione Fabrizio Gifuni che ha magistralmente interpretato Aldo Moro nella fiction EsternoNotte a sostenere che la verità sulla prigione di Moro è una verità mancante perché frutto di un “accordo” (sulla verità dicibile all’epoca) tra apparati dello Stato e le Brigate Rosse. Ma è anche vero che l’opinione pubblica deve sapere che a seguito della desecretazione degli archivi  grazie alla legge del 2014 e alle  attività di indagine condotte per quattro anni ( fine 2018) dalla Commissione Moro2 presieduta da Giuseppe Fioroni, oggi noi sappiamo molto di più e si può mandare  in soffitta come “verità confezionata” : quella contenuta nel cosiddetto “memoriale Morucci”. Fu confezionata ad opera principalmente del Sisde ( servizio segreto interno) e risente degli equilibri precedenti la caduta del Muro di Berlino.Per scrivere il libro “Moro, il caso non è chiuso” ( di cui sono coautore insieme a Fioroni, ed 2019 Lindau) ho potuto studiare un terabyte di documenti. Tutti pubblici ed accessibili. Comprese le testimonianze rese davanti alla Commissione che aveva i poteri d’inchiesta, simili alla magistratura.Ebbene, come ho scritto, la prigione di Moro non fu una ma addirittura due.  Leggere per credere dove portano queste scoperte che non sono dietrologie ma fatti che ridefiniscono la conoscenza di quella che è stata “la più grande operazione della Guerra fredda”. La Relazione conclusiva della Commissione Moro2  e’ stata votata da entrambe le Camere praticamente all’unanimità. Eppure la consapevolezza dell’ opinione pubblica è rimasta pietrificata a trent’anni fa. La gente invece ha il diritto di sapere, perché altrimenti continueremo  solo a lamentarci del fatto che la vecchia “canzone” del memoriale Morucci fa acqua da tutte le parti. In realtà è così. Ma le recenti scoperte sono sorprendenti. Moro non ha mai messo piede in via Gradoli, Moro non fu ucciso in via Montalcini, come hanno dimostrato i  RIS dei Carabinieri qualche anno fa . A via Montalcini in garage fu solo  ricoverata per qualche tempo l'auto in cui il cadavere di Moro fu ritrovato in via Caetani, la Renault Rossa. Il cadavere di Moro era persino abbronzato ed infatti la sua prima prigione era in un attico, nel punto più alto di Roma , aveva un terrazzo libero da sguardi indiscreti e un miniappatamento a disposizione . Moro infine fu ucciso come descitto alla fine del 2017 dal numero 2 dei cappellani delle carceri: in una cantina di un’ambasciata del centro di Roma in un palazzo con mura molto spesse , a centocinquanta metri da via Caetani.

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