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PERCHÉ IL CARDINALE BURKE NON É IL CARDINALE OTTAVIANI. IL PAPA IN PERSONA CONFERMA E FA CHIAREZZA.


di Maria Antonietta Calabrò





Se c’è un cardinale della storia di Santa Romana Chiesa il cui nome evoca per ciò stesso il fronte conservatore questi è il cardinale Alfredo Ottaviani che ha servito tre papi  (Pio XII,  e i due santi Giovanni XXIII e Paolo VI ) sostituto della Segreteria di Stato, cardinale protodiacono , prefetto della Dottrina della Fede .Un principe della Chiesa che ebbe il coraggio di dire , tanto per essere chiari: “Prego Dio di farmi morire prima della fine di questo Concilio, così almeno muoio cattolico”.  Dio com’è noto non lo accontentò, visto che morì  nel 1979 e i suoi funerali furono celebrati da un altro santo Giovanni Paolo II.  Evidentemente, nonostante i suoi timori  morì cattolico.

Ma la sua figura non è  per niente sovrapponibile a quella del cardinale conservatore americano Edmund Burke , per due giorni al centro di indiscrezioni secondo le quali sarebbe sotto sanzioni canoniche da parte del Papa , e invitato a lasciare l’appartamento  vaticano di servizio e lo stipendio da cardinale. Papa Francesco in prima persona ha confermato la decisione presa nei confronti di Burke per iscritto in una nota di risposta al suo biografo Austen Ivereigh , martedì sera, 28 novembre 2023 . Il testo che fa chiarezza della confusione mediatica che si è scatenata al riguardo . Francesco ha aggiunto significativamente: "Non non mai usato la parola "nemico" o il pronome "mio" . Ho semplicemente annunciato il fatto alla riuniune dei capi dicastero , senza dare specifiche spiegazioni" che erano state invece riportate su Ap e Reuters e sul Corriere della Sera. Di Burke sanzionato perchè "mio nemico" aveva scritto il sito conservatore "La Bussola quotidiana " che aveva lanciato per primo la notizia.

Oltre  al diverso spessore teologico del cardinale  Ottaviani, trasteverino che alla frequentazione dei potenti di allora  (Steve Bannon, consigliere di Trump, almeno fino ad un certo momento, Burke) prediligeva il sostegno ai ragazzi poveri del Circolo San Pietro, cui dedicava ogni momento libero e le sue personali risorse, la differenza tra Ottaviani e Burke è che il primo non ha mai attaccato personalmente il Papa, nei cui confronti i cardinali sono tenuti ad una difesa “usque ad sanguinem effusionis” , e come vescovi , anche in base al codice canonico, hanno autorità solo in quanto in comunione con il Successore di Pietro.Non c’è menzione che Ottaviani  mai abbia accusato il Papa di minare il Deposito della Fede, di essere insomma un “eretico”, un infiltrato del mondialismo dentro la Chiesa, se non peggio. Era a capo di un’agguerrita minoranza al Concilio Vaticano II ma non passò il segno, non alzò la mano contro il Successore di Pietro.

Afferma il professor Roberto Regoli, Professore Ordinario dell’Università Gregoriana, Direttore del Dipartimento di Storia della Chiesa, e specialista di Storia del Papato (Direttore della Rivista "Archivum Historiae Pontificiae").  “Non ne sono a conoscenza di attacchi  al Papa da parte di Ottaviani. Di sicuro non li avrebbe fatti pubblicamente… erano tutti compagni di seminario, degli atenei pontifici e di ufficio… avevano anche lavorato insieme…Si conoscevano molto bene tra loro e anche nel caso di forti conflittualità sapevano esprimerle nei linguaggi consueti dei loro ruoli”

Eppure Ottaviani criticò  per iscritto la “nuova “ Messa che metteva in soffitta quella tridentina, fu contrario ai preti operai, all’apertura al centro sinistra e alle posizioni di Aldo  Moro, si dichiarava pubblicamente il “carabiniere dell’Ortodossia”, e  a un certo punto si dimise.

Eppure questo vero e proprio  campione dei conservatori, mai e poi mai andò all’attacco dei papi “progressisti” Giovanni XIII nè Paolo VI.

Il suo ricordo oggi è in gran parte relegato agli studi degli storici. Chi tra i fedeli europei e tanto più tra i fedeli del Terzo e Quarto mondo conosce la figura del cardinale Ottaviani? Il fiume della storia della Chiesa ha preso altre vie, rispetto alle sue, ma paradossalmente fu il prelato che confortò Giovanni XIII la sera prima dell’elezione e che anzi gli diede l’idea di indire un Concilio. Per un altro paradosso fu il cardinale Protodiacono che annunciò l’elezione di Paolo VI.

Regoli rammenta una descrizione di Arturo Carlo Jemolo sui curiali dell’Ottocento, anche dopo il 1870: “fedeltà assoluta alla istituzione, rispetto formale al Pontefice regnante, a quanti rivestissero la porpora o recassero l’anello vescovile, ciò che non impediva quella libertà di giudizio, ed anche, quando si fosse nella intimità, quelle drastiche espressioni con cui si criticava l’opera sia del papa che dei suoi collaboratori […]”.

Ma appunto senza lo scandalo della divisione davanti ai fedeli e oggi più in generale all’opinione pubblica.

Del resto proprio uno dei sottoscrittori dei Dubia del 2016 insieme dal cardinale Burke , il cardinale  emerito di Bologna (morto nel 2017) Carlo Caffara, dichiarò :”Preferisco che si dicesse di me che ho un’amante piuttosto che sia contro il Papa. Sono nato papista e voglio morire papista.”

E’ questo “salto “ che  invece ha fatto il cardinale Burke. E non è poco .




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