ELISABETTA, DIFENSORE DELLA FEDE PERCHE’ CRISTIANA, NON UNA GUERRIERA CULTURALE.
Uno dei titoli della Regina Elisabetta, come i suoi predecessori, era quello di “difensore della Fede”, della fede cristiana. Ebbene, Elisabetta è stata difensore della fede, nel senso più profondo. Non nel senso che è stata difensore “dei valori cristiani”, ma che è stata innanzitutto una cristiana. Come ha scritto Papa Francesco nel suo telegramma di cordoglio, ricordando “la sua costante testimonianza di fede in Gesù Cristo e la sua ferma speranza nelle sue promesse”.
Le parole usate per Elisabetta dall’arcivescovo di
Canterbury, che la unse con l’olio santo, come si fa nel battesimo, nella cresima e nell’estrema unzione, nel corso dell’incoronazione non sono state parole vuote di un cerimoniale secolare. La benedizione finale suona diversamente oggi che Elisabetta II è morta. “Dio ti incoroni con una corona di gloria e di giustizia, che avendo fede retta e frutto multiforme di buone opere, potrai ottenere la corona di un regno eterno per dono di Colui il cui regno dura in eterno. Amen”.
Il cardinale cattolico Vincent Nichols, da dieci anni arcivescovo di Westminster ha ricordato ieri queste parole di Elisabetta II: “Gli insegnamenti di Cristo e la mia responsabilità personale dinanzi a Dio costituiscono un quadro dentro il quale cerco di condurre la mia vita”. Secondo il porporato esse sono rappresentative della profonda fede cristiana della sovrana, che per lei è stata "roccia e forza" durante gli oltre settant'anni di regno. "Le doti di saggezza, stabilità, apertura, affabilità che tanto abbiamo apprezzato nella Regina, dobbiamo ricordare quale fonte e ispirazione avevano", ha dichiarato Nichols a Vatican News. "Mi auguro che col passare del tempo, mentre rifletteremo con maggiore profondità, emergerà con chiarezza l’importanza la fede cristiana che ha plasmato ogni suo giorno".
Di questa “radice” si nutrivano i “Discorsi per gli auguri di Natale alla Nazione", gli unici non concordati con il governo, che hanno raggiunto un’audience eccezionale e che erano commentati da migliaia di lettere che le arrivavano. Perché appunto erano frutto di un’apertura e una sensibilità fuori del comune. Una credente e non una guerriera culturale. Governatore della Chiesa Anglicana eppure durante il suo regno, i rapporti con i cattolici sono molto migliorati e, regina di un mondo multietnico, ha predicato la tolleranza e l’amore per tutti, come ha spiegato nel 2014: “Per me la vita di Gesù Cristo, Principe della pace, di cui oggi celebriamo la nascita, è fonte di ispirazione e punto d’ancoraggio nella mia vita. Modello di riconciliazione e di perdono, ha teso le mani nell’amore, nell’accettazione e nella guarigione. L’esempio di Cristo mi ha insegnato a cercare di rispettare e valorizzare tutte le persone, quale che sia la loro fede o la loro assenza di fede". E nel 2016 :”Miliardi di persone seguonooggi l’insegnamento di Cristo, e trovano in lui la luce che guida la loro vita. Sono una di quelle perché l’esempio di Cristo mi aiuta a vedere il valore del fare le piccole cose con molto amore, quale che sia chi le fa e quale che sia la sua propria credenza”.
Questo “cuore spirituale della Monarchia” è ben noto in Gran Bretagna ed è stato anche oggetto di un libro di Ian Bradley, professore di Storia all’università di Saint Andrews “God save the Queen .The Spiritual Heart of the Monarchy”. Il Primate Anglicano, l'arcivescovo di Canterbury Justin Welby, che aveva visto Elisabetta per l'ultima volta a giugno, ha dichiarato: "Sono venuto via pensando che c'è qualcuno che non ha paura della morte, ha speranza nel futuro, conosce la roccia su cui si trova e questo le dà forza". Parlando con la Bbc, Welby ha aggiunto: l'atteggiamento della sovrana era: "Non si tratta di me, ma di ciò che sono stata chiamata... da Dio a fare".
Gli uomini di Chiesa che volle invitare, fino all’ultima domenica, erano semplici canonici di campagna. Tra le testimonianze raccolte dai quotidiani britannici anche le loro hanno raccontato della sua ultima estate, come “contrassegnata dalla gioia” di chi ha compiuto il suo destino.
Pubblicato su Huffpost.it 10/09/2022
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