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GIVE (JUST) PEACE A CHANCE

di Maria Antonietta Calabrò


Proprio mentre la guerra in Ucraina sembra aver imboccato un tornarte militare decisivo, è iniziata la missione di pace di due giorni dell’inviato del Papa, cardinale Matteo Zuppi.

Due giorni a Kiev poi ( nonostante il portavoce del Cremlino Peskov abbia dichiarato che un incontro con Putin non è in agenda ), a Mosca (come hanno confermato fonti vaticane alla Tass, sono in corso i preparativi di viaggio).

Il comunicato della Santa Sede con cui è stata annunciata la visita di Zuppi in Ucraina spiega che si tratta di “una iniziativa che ha come scopo principale quello di ascoltare in modo approfondito le Autorità ucraine circa le possibili vie per raggiungere una giusta pace e sostenere gesti di umanità che contribuiscano ad allentare le tensioni.”

Da notare l’uso delle parole “giusta pace”, traduzione dall’inglese “just peace”, cioè “ pace giusta”, che è il punto sul quale Kiev ha sempre battuto e sottolineato. Il concetto di “giusta pace” è stato rilanciato su Twitter anche dal direttore della Civiltà Cattolica, Antonio Spadaro.

E l’arcivescovo cattolico di Kiev ha dichiarato che si tratta di dare "una chance alla pace."

Il presidente della Comunità di Sant'Egidio Marco Impagliazzo è intervenuto al Tg1:

"Oggi Zuppi è a Kiev per ascoltare e per aprire condizioni umanitarie nuove per il popolo ucraino. È uno spiraglio di speranza che dobbiamo guardare con attenzione"

In ogni caso non si tratta di una mediazione diplomatica (ed infatti non è affidata direttamente alla Segreteria di Stato), nè di una trattativa per il cessate il fuoco, ma di una missione di facilitazione. La missione principale di Zuppi ( che in passato insieme alla Comunità di Sant’Egidio ha avuto successo in Mozambico, Ruanda e Guatemala) è di “ascoltare”, di conoscere le immani necessità della “martoriata Ucraina” (secondo la definizione che Papa Francesco non si stanca di ripetere ormai quasi quotidianamente)direttamente sul posto . A cominciare dalle richieste umanitarie di una popolazione provata in modo durissimo dalla guerra.

Zuppi è stato a Bucha. capitale. Il porporato insieme al Nunzio Apostolico in Ucraina, Visvaldas Kulbokas, era accompagnato dal Governatore dell'oblast di Kyiv, Ruslan Kravchenko, e dai rappresentanti delle autorità locali.

Nel marzo del 2022 a Bucha ebbe luogo un eccidio di civili , quello che ormai tutti ricordano come "il massacro di Bucha"il quale fu perpetrato durante l'occupazione di questa località ucraina a nord-ovest di Kyiv da parte delle unità delle Forze armate russe e di quelle cecene della Guardia nazionale, nell'ambito dell'invasione per il tentativo, poi fallito, di accerchiare e quindi occupare la capitale ucraina.

Il Governatore Kravchenko ha dichiarato ai giornalisti che "quella di Bucha è la prima visita dell'Inviato di Papa Francesco in Ucraina durante la quale ha potuto vedere con i propri occhi quale prezzo altissimo stanno pagando gli ucraini per la libertà e la pace nel mondo." Sempre a Bucha, la delegazione vaticana si è anche recata nella chiesa di Sant'Andrea il Primo chiamato dove furono sepolti 119 civili durante l'occupazione.

"Storie del genere sono un dolore per l'intero mondo civilizzato", ha detto il Governatore ai giornalisti sottolineando che "l'Inviato del Papa ha richiamato gli omicidi di massa di civili da parte dei nazisti vicino alla città italiana di Bologna. Gli ucraini, più che nessun altro, vogliono che crimini contro l'umanità così terribili non si ripetano mai più", ha concluso il capo dell'amministrazione regionale.

Martedì 6 giugno Zuppi ha incontrato il presidente Zelensky , il quale ha ribadito quello che aveva detto al Papa che l'algoritmo della pace deve essere in mano agli ucraini, e ha chiesto di aiutare a compiere il piano di pace ucraino.

Zuppi ha consegnato a Zelensky una lettera di Papa Francesco.

Agli ucraini sta a cuore soprattutto dalla sorte dei bambini a migliaia “deportati” in Russia o addirittura scomparsi, di cui non si sa più nulla. Il rientro dei bambini del resto è uno dei dieci punti del piano di pace di Kiev, come sottolineato dal portavoce del ministero degli Esteri ucraino, che ha anche ricordato: “La visita di Zuppi, in quanto inviato del Papa in Ucraina, ha luogo nel contesto del mantenimento di un costante dialogo diplomatico con la Santa Sede. “

Da un certo punto di vista anche in questo caso il “mezzo è il messaggio”, cioè la persona stessa del cardinale Zuppi , arcivescovo di Bologna e presidente della CEI.

Ha dichiarato padre Stefano Caprio, docente del Pontificio Istituto Orientale, per anni missionario in Russia. “Zuppi è una una bandiera, sa prendere anche insulti, se c’è bisogno”

Zuppi come padre Brown, figura di prete cattolico ammirato da Antonio Gramsci (e Putin potrebbe leggerne alcune pagine ) secondo Chesterton, il grande scrittore inglese che lo ha “inventato”, ha “la sua importanza di non apparire importante, la sua qualità cospicua quella di non essere cospicuo e il suo aspetto ordinario“ così necessariamente “in contrasto con la sua insospettata intelligenza.”

Ci vorrà tempo e un ruolo diretto lo giocherà lo stesso Pontefice che ha annunziato una visita di quattro giorni a partire dal 31 agosto in Mongolia, un paese al confine con Russia e Cina.


(Update dell'articolo pubblicato su Huffpost.it il 5 giugno 2023)

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