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GLI “ORFANI “ DI RATZINGER A LORO USO E CONSUMO.

Il paventato rischio di “scisma” però si è via ristretto a un gruppetto di prelati soprattuto negli USA che si conta sulle dita di una mano. La fronda alimentata anche dalla presunta "repressione giudiziaria" di Francesco. Il ruolo di mons. Ganswein.



di Maria Antonietta Calabrò


Roma 4 gennaio 2023



E’  passato un anno dalla morte di Ratzinger. Già dal momento della rinuncia nel 2013 , e sempre più nell’ultimo anno, la fronda a Papa Francesco si è alimentata a cominciare dagli Stati Uniti  dai suoi “orfani “.  

Come ebbe a dirmi a margine da uno degli incontri di Assisi nel 2006 il fondatore della Comunità di Sant’Egidio, Andrea Riccardi, ( e in quell’occasione, da poco eletto Benedetto XVI ,si riferiva a Giovanni Paolo II) per un paradosso della storia, per l’opinione pubblica spesso “l’unico Papa buono è  il Papa morto“.  

A questa “legge”  sociologica  e mediatica non si sottrae Ratzinger che in vita raccolse critiche  sorde e feroci per la sua inflessibilità dottrinaria (“Il pastore tedesco”), per i suoi presunti  “attacchi” all’Islam (discorso di Ratisbona) , per la sua “copertura” dei crimini degli abusi sessuali sui minori,  fino ad essere stato lui stesso oggetto di un procedimento in Germania, dove la Chiesa tedesca e l’operato di Ratzinger e del suo successore  Gerard Muller a Ratisbona e  alla Dottrina della Fede , è stata travolta dalle indagini indipendenti sugli insabbiamenti e sulla mostruosità  quantitativa del fenomeno. (https://www.huffingtonpost.it/esteri/2022/12/31/news/e_morto_joseph_ratzinger_luomo_che_fu_tre_volte_papa-10982381/)

Il Papa morto è quello che adesso la fronda a Francesco usa per “colpire” il Papa vivo. 

Un esempio vistoso  si e’ visto sabato 30 dicembre 2023 proprio alla vigilia dell’anniversario della morte di Benedetto con l’intervista al tg1 il cardinale Müller, in cui ha ricordato sì Benedetto, ma ha lo contrapposto frontalmente alla decisione della Congregazione della dottrina della fede sulla benedizione devozionale e non liturgica alle coppie omosessuali.

Eppure in un anno, come si dice a Roma,  di acqua ne è passata sotto i ponti. Bisogna  realisticamente constatare che passati 12 mesi dalla fine di quella che erroneamente è stata chiamata una “coabitazione”, anzi che secondo l'ex segretario personale di Benedetto, don Georg Ganswein (in un clamoroso  discorso alla Università Gregoriana del 2016 ) era addirittura un “papato condiviso”,  non resta molto. 

E la minaccia di sfracelli (preconizzata alla pubblicazione  a cadavere caldo, del libro di memorie di Ganswein che  il 31 dicembre, è stato autorizzato dal cardinale Mauro Gambetti  a celebrare una messa di suffragio nella Basilica di San Pietro di all’altare della Cattedra) si è infranta contro il fatto che la Barca di Pietro nella tempesta è stata ben governata.

Anche nei confronti delle  massicce  e profonde fughe in avanti della Chiesa tedesca  (e questo oggettivamente costituisce un altro dei fallimenti di Ratzinger, visto che i suoi connazionali  in maggioranza si sono spostati su posizioni , altro che quelle di Francesco, che avrebbero orripilato  lo stesso Benedetto , ma a questo “gli orfani” evitano di dare visibilità sui mezzi di informazione). Ganswein è tornato nella Diocesi di appartenenza Friburgo in Germania, ma senza incarico (un ricovero, quindi, perchè nessuna Diocesi lo voleva) .

Müller ha dovuto lasciare già nel 2017  allo scadere del primo quinquennio (un fatto eccezionale) la carica di Prefetto della Dottrina della fede, pochi giorni prima che si scatenasse  nel mondo bufera dello scandalo della pedofilia nella sua ex diocesi.

"LA REPRESSIONE GIUDIZIARIA" . Un'altra " accusa " al Papa vivo e' stata quella di essere inflessibile in materia di trasparenza finanziaria. Marcello Sorgi sulla Stampa il 30 dicembre 2023 ha stigmatizzato "l'atteggiamento tenuto da sempre nei confronti del Vaticano, trattato come luogo di corruzione, di privilegio, di simonia, e fatto oggetto di pesante repressione giudiziaria, specie da quando alla presidenza del Tribunale vaticano è stato chiamato l'ex-procuratore della Repubblica di Roma Pignatone" . Leggasi: il processo per l'acquisto del Palazzo di Sloane Avenue a Londra che ha condannato in primo grado il cardinale Angelo Becciu e altri 9 imputati, il 16 dicembre 2023.

Dimenticando che Benedetto non esitò dopo appena tre anni ad apporre la sua firma sull'allontanamento del Presidente dello IOR che aveva lui stesso nominato.

FIDUCIA SUPPLICANS . Quanto a "Fiducia supplicans" un filofoso della destra cattolica come Rocco Buttiglione, pupillo di Giovanni Paolo II, ha ben spiegato perchè lui è favorevole ( https://www.vaticannews.va/it/vaticano/news/2023-12/buttiglione-dichiarazione-dottrina-di-fede-fiducia-supplicans.html)

I pochi “orfani”  sono in gran parte statunitensi, perché negli States è tornato a soffiare potente il vento populista-trumpiano e il tentativo di trasformazione della Chiesa cattolica in senso protestantico-evangelista (e non evangelico).  Ma il capofila il cardinale Raymond Leo Burke è stato sanzionato canonicamente da Francesco, e probabilmente finirà come il cardinale Ottaviani (ai tempi di Giovanni XXIII e Paolo VI), superato dai tornanti della storia della Chiesa. (https://www.huffingtonpost.it/esteri/2023/12/29/news il_papa_riceve_il_cardinale_burke_il_frontman_dellala_piu_ostile_privato_dello_stipendio_e_della_casa-14736106/ )

Mentre nessuno ricorda che Ratzinger fu l’ultimo della gerarchia cattolica a partecipare  al Concilio Vaticano II e a "scrivere” l’ultimo documento approvato praticamente all’unanimità sulla missionarietà della  Chiesa (“Ad Gentes”) che in sostanza prefigura la “Chiesa in uscita” su cui  da dieci anni batte e ribatte Francesco.

Ci si è anche chiesti se monsignor Georg l’anno scorso si stava concretamente candidando a guidare l’opposizione a Bergoglio, visti gli eccellenti rapporti con il cardinale Robert Sarah, candidato papabile della destra curiale (sarebbe anche il primo papa “nero”, visto che viene dall’Africa). Il ritratto di Sarah è comparso il giorno dei funerali di Ratzinger, appeso sotto la statua di Pasquino, al centro di Roma, tradizionalmente ricettacolo nell’Urbe degli umori anonimi. Nella lista di plausibili papabili “conservatori” c’è anche il primate ungherese Peter Erdo.

L’ex segretario di Ratzinger ha eccellenti rapporti con il nuovo presidente dei vescovi americani, Timothy Broglio, dal 2008 anche arcivescovo dell’Ordinariato delle forze armate americane, su posizioni vicine a quelle dell’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, fautore tra l’altro dell’obiezione di coscienza ai vaccini anti-Covid. “Ganswein è un amico”, ha dichiarato in un’intervista a Repubblica Broglio. Non molti ricordano che Broglio  però per anni è stato anche segretario particolare dell’ex segretario di Stato, Angelo Sodano, per decenni all’opposizione delle scelte di Benedetto: dai crimini sessuali di Maciel alla scelta di un Segretario di Stato, Tarcisio Bertone, “non diplomatico”. 

In ogni caso Broglio ha preso le distanze dalla gestione mediatica propria di Ganswein e Burke  del dissenso: “Se abbiamo delle critiche da fare al Santo padre dobbiamo farle a lui di persona e non tramite i mass media”. E durante l’ultima assemblea autunnale  2023 a Baltimora si è ben guardato dal dare spago a quello che pochi giorni prima era diventato  a seguito di un diretto intervento papale il vescovo emerito di Tyler in Texas, cioè Strickland. (https://www.huffingtonpost.it/esteri/2023/11/11/news/il_papa_rimuove_il_vescovo_conservatore_strickland_un_chiaro_segnale_alla_chiesa_americana-14109132/).

Con lo scoppio di due guerre nell’arco di un anno (Ucraina e Gaza) la posizione  vaticana tradizionalmente multilaterale ha faticato ad affermarsi. E quanto agli ultraconservatori, l’appoggio all’Ucraina non è  risultato granché supportato, proprio perché  la loro posizione è più che  tradizionalmente “americana “ , “trumpiana” . 

Una linea  filorussa emerge sempre più e si  è intreccia con la questione degli omosessuali, che per gli ortodossi russi è  insormontabile. 

Ma anche sul ruolo dell’Onu, i cattolici conservatori sono critici. Mentre Ratzinger nel 2008 , presidente George W. Bush, fu protagonista di un viaggio trionfale negli Stati Uniti  ma vi si recò innanzitutto  per un motivo: parlare all’Assemblea delle Nazioni Uniti per il 60mo anniversario della Dichiarazione dei Diritti Umani. Ebbene come ha dimostrato una relazione svolta nel novembre 2023  - in una giornata di studio organizzata dalla Università gregoriana  dal Dipartimento diretto dal professor Roberto Regoli sulla eredità  di Ratzinger - , dall’ex ambasciatrice americana presso la Santa Sede, Mary Ann Glendon , solidamente conservatrice, quel discorso declina “laicamente” i principi non negoziabili per renderli    “operativi  ” nei rapporti tra le nazioni a tutela dei diritti umani sotto tutte le latitudini, come metro di giudizio sulla bontà della politica internazionale. 

Qualcosa di molto lontano dalla sensibilità  della destra religiosa cattolica americana.

Lo scopo di Ratzinger , ha detto Glendon, era quello di confermare e rafforzare il più possibile il consenso del 1948 secondo cui certi “valori sono fondamentali e inscritti nell’essere della persona umana”.

Ancora Glendon : “Oggi il consenso a cui faceva riferimento è più fragile che mai e i suoi avvertimenti sono più attuali che mai”.

Oggi non è affatto chiaro se si possa affermare con sicurezza, come fece il defunto Papa 15 anni fa, che “i diritti umani vengono sempre più presentati come il linguaggio comune e il substrato etico delle relazioni internazionali”.

Proprio per questo motivo, tuttavia, ha concluso Glendon , “il discorso di Papa Benedetto all’ONU merita ancora la nostra attenzione”.


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