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IL PAPA HA OFFERTO A ZELENSKY LA NEUTRALITÀ POSITIVA DELLA SANTA SEDE E AIUTO PER I BIMBI DEPORTATI


di Maria Antonietta Calabrò


Tweet di Zelensky poco dopo mezzanotte del 14.05.2023


++ Zelensky, grazie al Papa,una speranza per i nostri bambini ++



++ Zelensky, grazie al Papa,una speranza per i nostri bambini ++ 'Che possano rientrare a casa' (ANSA) - ROMA, 14 MAG - "Ho incontrato Papa Francesco. Spero che questo colloquio abbia conseguenze storiche per l'Ucraina. In particolare, per quanto riguarda il rientro dei bambini ucraini a casa". Lo ha scritto Volodymyr Zelensky su Twitter dopo l'incontro in Vaticano. (ANSA). ML 2023-05-14 00:05




Quante divisioni ha il Papa?”, chiese Stalin a Yalta. La risposta era ed è: neppure una. Il Pontefice non ha missili e non ha armi, ma ha l’autorevolezza dell’unico leader religioso mondiale che ha una totale autonomia politica. È questo che Francesco ha offerto a Zelensky, anche perché Mosca intenda. A Zelensky, che gli si è avvicinato con la mano sul cuore dicendo che “è un onore essere qui”, Francesco ha risposto: “Grazie, per questa visita”.

È il leader ucraino infatti che ha fatto il primo passo, e che ha chiesto di essere ricevuto. Opportunità che il Pontefice sempre accorda ai capi di Stato che lo chiedono. Questo primo passo di Zelensky è seguito alla visita di Francesco a Budapest a fine aprile e all’annuncio pubblico (fatto durante il volo di rientro a Roma) di una “missione di pace”, ancora riservata. Il presidente ucraino si è fatto precedere in Vaticano dall’annuncio del rallentamento della controffensiva ucraina di maggio, “per evitare troppe perdite di vite umane”.

Nel comunicato della Sala Stampa della Santa Sede, dopo il colloquio, si mette in particolare in evidenza che per il Papa “è importante in particolare la necessità urgente di "gesti di umanità” nei confronti delle persone più fragili, vittime innocenti del conflitto”. E in questo non si può non cogliere il riferimento alla situazione delle centinaia di migliaia di bambini ucraini deportati in Russia, tra cui almeno ventimila sono stati individuati con precisione.

Uscito dal Vaticano Zelensky nello speciale Porta a Porta di Bruno Vespa ha commentato però negativamente la prospettiva che il Papa e il Vaticano, così come altri stato, possano essere mediatori con Mosca. “Rispetto il Papa, ma non abbiamo bisogno di mediatori, noi abbiamo bisogno di una pace giusta”.

In un tweet il contenuto del colloquio con Papa Francesco. “Sono grato per la sua attenzione personale alla tragedia di milioni di ucraini. Ho parlato di decine di migliaia di bambini deportati. Dobbiamo fare ogni sforzo per riportarli a casa”.

Poi ha aggiunto: “Inoltre, ho chiesto di condannare i crimini in Ucraina. Perché non ci può essere uguaglianza tra la vittima e l'aggressore. Ho anche parlato della nostra formula come l'unico algoritmo efficace per raggiungere una pace giusta. Ho proposto di unirsi alla sua implementazione”.

Il colloquio con il Papa è stato “privato” (non di Stato), nello studio accanto all’Aula Nervi (che vide anche l’ultimo incontro in Vaticano di Elisabetta II) . Ed è durato 40 minuti, la media dei colloqui ufficiali di Francesco è di venti minuti. Ma qui siamo in presenza di una guerra devastante nel cuore dell’Europa, 11 mesi di guerra durante i quali il Papa è intervenuto 120 volte, una addirittura mostrando al mondo una bandiera ucraina raccolta sul campo a Bucha.

Il Papa ha donato a Zelensky una scultura con ramoscello di ulivo, un ramoscello della pace. Zelensky una madonna dipinta su un dispositivo antiproiettile.

La giornata del Papa è stata cadenzata da almeno tre eventi che hanno avuto a che fare con la guerra contro l’Ucraina: l’udienza ai nuovi ambasciatori, l’udienza con monsignor Claudio Gugerotti, prefetto del Dicastero per le Chiese orientali, a lungo nunzio a Kiev. E un tweet in cui ha affidato la preghiera per la pace alla Madonna di Fatima, di cui il 13 maggio ricorre la festa.

Ricevendo le lettere credenziali di cinque nuovi ambasciatori presso la Santa Sede, Francesco parlando delle situazioni di crisi ha fatto subito riferimento alla guerra contro Kiev: “C’è poi, naturalmente, la guerra in corso in Ucraina, che ha portato sofferenza e morte indicibili”. E poi ha delineato il ruolo della diplomazia e la figura dell’Ambasciatore che “può essere una figura di speranza". Speranza nella bontà ultima dell’umanità. Speranza che un terreno comune sia possibile perché siamo tutti parte della famiglia umana. Speranza che non sia mai detta l’ultima parola per evitare un conflitto o risolverlo pacificamente. Speranza che la pace non sia un sogno irrealizzabile. Pur continuando a servire fedelmente il proprio Paese d’origine, l’Ambasciatore cerca di mettere da parte le emozioni superflue e di superare le posizioni radicate per trovare soluzioni accettabili. E certo non è un compito facile. La voce della ragione e gli appelli alla pace spesso cadono nel vuoto. L’attuale situazione mondiale, tuttavia, non fa che sottolineare ulteriormente la necessità che gli Ambasciatori e i loro colleghi siano fautori del dialogo, paladini della speranza”. E ha aggiunto che “da parte sua, la Santa Sede, in conformità alla propria natura e alla sua particolare missione, si impegna a proteggere l’inviolabile dignità di ogni persona, a promuovere il bene comune e a favorire la fraternità umana tra tutti i popoli”.

“Questi sforzi - infatti - non comportano il perseguimento di scopi politici, commerciali o militari, sono realizzati attraverso l’esercizio di una neutralità positiva. Lungi dall’essere una “neutralità etica”, soprattutto di fronte alle sofferenze umane, ciò conferisce alla Santa Sede una posizione ben definita nella comunità internazionale che le permette di meglio contribuire alla risoluzione dei conflitti e di altre questioni. Alla luce di queste osservazioni, sono fiducioso”

Adesso bisognerà attendere la reazione di Mosca. L’ambasciatore russo presso la Santa Sede, Sergej Vasil'evič Avdeev, che aveva stabilito un buon rapporto con Francesco, sarà avvicendato, ma non è ancora noto chi lo sostituirà. E il Cremlino ha ribadito stamattina che non esiste alcuna missione di pace vaticana.




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