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Israele sotto attacco, il Vaticano e “la falsa simmetria”


di Maria Antonietta Calabrò


Foto di VaticanNews.



Nel pomeriggio  di lunedì 10 ottobre 2023, il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin  ha un po’ corretto le parole pronunciate dal Papa all’Angelus  il giorno dopo l’attacco sferrato da Hamas contro Israele.

Ciò è avvenuto dopo due  commenti  postati su X dall’Ambasciata Israeliana  presso la Santa Sede, in cui la rappresentanza diplomatica aveva denunciato già da sabato sera (7 ottobre, giorno dell’attacco ) “la falsa simmetria” tra l’attacco di Hamas e la reazione del governo israeliano.

“Da questa mattina, #Israele è in guerra- aveva scritto l’Ambasciata in serata (alle 19.51) . “Decine di civili israeliani sono stati massacrati da membri di #Hamas e militanti della Jihad islamica in un orribile crimine di guerra. In tali circostanze l’uso di ambiguità linguistiche e di termini che alludono a una falsa simmetria dovrebbe essere deplorato. Ciò che è successo oggi non può portare a una guerra, è già una guerra. La risposta di Israele in queste circostanze non può essere descritta altro che come un diritto di legittima difesa.Certamente non può essere descritta come aggressività. Tracciare parallelismi dove non esistono non è pragmatismo diplomatico, è semplicemente sbagliato”.

Francesco aveva detto poche ore dopo: “Seguo con apprensione e dolore quanto sta avvenendo in Israele, dove la violenza è esplosa ancora più ferocemente provocando centinaia di morti e feriti". "Gli attacchi di armi si fermino, per favore - ha aggiunto -, e si comprenda che il terrorismo e la guerra non portano ad alcuna soluzione, ma solo alla morte di tanti innocenti". "La guerra è una confitta, è sempre una sconfitta - ha sottolineato il Pontefice -. Preghiamo perché ci sia la pace in Israele e in Palestina".   Il Papa ha parlato di violenza e non di attacco di una parte contro l’altra, la parola Hamas non era pronunciata. E al contempo era citata la Palestina come fosse un’ entità statale alter ego di Israele.

In un altro post, il giorno dopo, il 9 ottobre,  l’Ambasciata israeliana non commentava il Papa, ma  faceva significativo riferimento al convegno  di studio di tre giorni che si sarebbe aperto  di lì a poche ore presso la Pontificia Università Gregoriana dal titolo “I nuovi documenti del pontificato di Pio XII e il loro significato per le relazioni ebraico-cristiane”.

Insomma, quasi un monito  a che il Vaticano  non si comporti in questa circostanza come  è avvenuto durante la Seconda Guerra Mondiale. E nello stesso  post l’Ambasciata stessa ha  stigmatizzato come “estremamente deludente e frustrante leggere il testo pubblicato dai Patriarchi e i capi delle Chiese di Gerusalemme. “ Bollando questo comunicato delle Chiese cristiane come “ affetto dalla stessa immorale ambiguità linguistica sopra menzionata. Dalla sua lettura non si riesce a capire cosa sia successo, chi fossero gli aggressori e chi le vittime. E’ particolarmente incredibile che un documento così arido sia stato firmato da persone di fede”.

Così meno di due ore dopo  aprendo il Convegno della Gregoriana il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, ha parlato di “un attacco”, “un attacco terribile e spregevole” quello avvenuto sabato scorso, 7 ottobre, in Israele “che ha addolorato il Papa, il quale esprime il suo cordoglio per tutti i morti e feriti che questa nuova ondata di violenza ha provocato. “

Il cardinale, seduto accanto al rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni. “Nel giorno del sabato, nella festa di Simchat Torah, la gioia della Torah, in Israele, molti fratelli e sorelle israeliani sono stati svegliati da un attacco terribile e spregevole. Siamo vicini alle famiglie delle vittime, alle migliaia di feriti, ai dispersi e ai rapiti, ora in grave pericolo”.

Come ha riportato Vatican News, Parolin ha poi assicurato che “la Santa Sede segue con profonda e grave preoccupazione la guerra che è stata provocata, in cui anche molti palestinesi di Gaza stanno perdendo la vita e molti sono sfollati e feriti”. Ha ribadito quindi “vicinanza” e “preghiere” anche alle loro famiglie e a tutti i civili, “totalmente innocenti” e - mutuando le parole del Papa all’Angelus  - ha rimarcato: “La guerra è sempre una sconfitta della dignità e un'occasione per non arrivare a nessuna soluzione”.

“Purtroppo - ha aggiunto il cardinale - il terrorismo, la violenza, la barbarie e l’estremismo minano la legittima aspirazione di palestinesi e israeliani”.  La sua  speranza è che “le armi vengano messe a tacere e che la ragione prevalga e serva a fermarsi e a riflettere sulla strada giusta per raggiungere la pace in Israele e Palestina”.

Il Rabbino di Segni aveva commentato :” questo è il clima che stiamo vivendo e accanto a questo adesso avremo oltre ai ricordi , questa giornata che è già un anniversario triste (dell'attentato al Tempio Maggiore di Roma, in cui perse la vita il piccolo Stefano Gaj Taché, ndA), avremo anche questo convegno, che è molto impegnativo dal punto di vista storico e scientifico, ma anche emotivo".

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