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L’UBS mise in guardia la Segreteria di Stato dall’ altissimo rischio dell’operazione del Palazzo di

di Maria Antonietta Calabrò


Iniziata la requisitoria di Diddi :monsignor Perlasca lasciato al suo destino, Angelo Becciu "regista" dell'operazione ( nessuna delega da Bertone e Parolin)


La madre di tutti gli scandali finanziari del Vaticano (quello dell’acquisto del palazzo di Londra) ha avuto una storia molto lunga: dal 2012 al 2019 . Ma all’interno di questa storia - ha spiegato ieri il Promotore di Giustizia Alessandro Diddi  aprendo  la sua requisitoria che impegnerà sei udienze - c’è una data che costituisce il punto di svolta, ed è il 7 agosto 2013. E’ la data cui si può far risalire il “credito Lombard” , “la cosa più scandalosa di tutte” ( parole di Diddi)   che qualifica le operazioni effettuate all’epoca dalla Segreteria di Stato come altamente speculative, rischiose , distruttive dei beni della Chiesa e lontane anni luce dallo spirito e dalla lettera della Costituzione apostolica Pastor Bonus che regolava la Curia e di cui diede un’ interpretazione autentica lo stesso Giovanni Paolo II.

In pratica, la Segreteria di Stato, “sotto la regia del sostituto Angelo Becciu” accese un mutuo dando in garanzia il tesoro della Segreteria di Stato (centinaia di milioni di euro, conti misti costituiti da donazioni come l’Obolo di San Pietro  versato annualmente il 29 giugno dai fedeli al Papa e la “cedola” che ogni anno lo IOR “stacca” al Santo  Padre , in sedici anni 700 milioni) . Ma questo avvenne con un disavanzo strutturale distruttivo del capitale tra i rendimenti  e gli interessi da pagare.  Questo mutuo Lombard fu ideato per acquisire pozzi petroliferi in Angola, e poi dirottato sull’operazione acquisto del Palazzo di Sloane Ave ( o meglio del fondo proprietario del Palazzo).

A decidere questa “svolta” ( “qualcosa di mai visto, altro che si è sempre fatto così” ) nella strategia degli investimenti della Segreteria di Stato fu - secondo Diddi - solo il cardinale Becciu, che non aveva nessuna delega da parte del Segretario di Stato, prima Bertone  e poi Parolin “.  “ Io stesso delego a gestire i fondi forniti dal Governatorato per l’operatività del mio ufficio ad altre persone, ma questo non vuol dire che esse possano investirli sui mercati internazionali magari su piazze opache  come Jersey o Guerney come avvenuto nei fatti di causa”.

Perchè la data del 7 agosto del 2013 è importante, addirittura strategica? Perchè da poche settimane Papa Francesco aveva istituito la Commissione di indagine sulle finanze vaticane , la COSEA che avrebbe portato alla creazione della Segreteria e del Consiglio per l’Economia, sotto l’egida del cardinale George Pell per il riordino completo degli enti economici. Fu proprio Pell nel 2015 a comprendere che qualcosa di non chiaro stava accadendo, mentre dalla Segreteria di Stato gli veniva negato qualsiasi accesso agli atti.

Il pericolo di quel credito Lombard è emerso chiaramente nella corrispondenza sequestrata presso la Terza Loggia , in cui erano i dirigenti della maggiore banca svizzera, l’Ubs,  per iscritto mettevano in guardia dall’ altissimo rischio patrimoniale e reputazionale ( anche per il coinvolgimento del finanziere Raffaele Mincione), interloquendo con i funzionari vaticani Fabrizio Tirabassi e Alberto Perlasca.  Tanto che a un certo punto fu lo stesso direttore generale dell’UBS che si recò  di persona in Vaticano  per cercare dissuadere dall’ intraprendere questo passo. Per tutta risposta la Segreteria di Stato minacciò di chiudere i suoi depositi presso UBS. Diddi si è domandato  che cosa ci si deve chiedere di più , se persino la maggiore  banca svizzera si sente in dovere di cercare di evitare un disastro annunciato. Due giorni dopo , il credito Lombard fu acceso  non da UBS ma da Credit Suisse dalle cui fila proveniva Enrico Crasso (gestore per trent’anni dei fondi della Segreteria di Stato).

Diddi: “Perchè perseguire in modo così determinato questa strategia, che cosa anima questi personaggi?”

In realtà secondo Diddi  tutto il processo “ è pieno di vantaggi , di Mincione,di Torzi , della Marogna.”

Ma una cosa è sicura, le disposizioni del codice di diritto canonico sui beni della Chiesa “non hanno niente a che vedere con il mettere a disposizione i suoi fondi per favorire la scalata alla Carige, l’acquisto del Banco Popolare e così via”. Diddi ha infine lasciato al suo destino  monsignor Alberto Perlasca , capoufficio amministrativo della Segreteria di Stato e nei cui confronti le accuse era  state archiviate. E si è detto pronto a recepire la decisione del Tribunale nel caso in cui stabilisse il ritorno degli atti al Promotore. Perlasca  “una persona fragile” si è dimostrato “manovrato e manipolabile”  nella vicenda Ciferri-Chaouqui. Ma non è stato un " supertestimone" , un pentito, questo non cambierà l’esito del processo nel suo complesso, secondo Diddi, che si basa su un’enorme mole di fatti documentali,  contenuti in oltre tre  milioni di file.

Oggi si continua, per sei udienze. Richieste di condanna il 26 luglio 2023.




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