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LA PAGLIUZZA E LA TRAVE

di Maria Antonietta Calabrò


L’attacco a Papa Francesco del cardinale Muller usa argomenti suggestivi per chi non conosce i fatti. Mentre sono molte le cose che Muller non può spiegare.


E adesso Gerard Muller , un cardinale elettore ( che entrerebbe in Conclave) , va all’attacco diretto di Papa Francesco. Noto all’opinione pubblica mondiale soprattutto perchè si fece intervistare in pigiama dal sociologo francese Frederic Martell per il bestseller sull’omosessualità tra le alte gerarchie vaticane intitolato in Italia “ Sodoma”.

Come l’ex segretario di Ratzinger Ganswein, ( di cui Muller è stato successore sia come vescovo di Ratisbona che come Prefetto dell’ex Sant’Uffizio) , Müller lo fa con in libro, che esce a dieci giorni da quello dell’altro.

Un coming out, che ha tutta l’aria di essere coordinato, dei due alti clerici che hanno anche un’altra caratteristica comune :hanno perso il loro posto per decisione di Papa Francesco (Muller nel 2017 e Ganswein nel 2020).

L’ accusa principale di Muller è che c’è un cerchio magico intorno a Francesco che determina le nomine. Accusa peraltro non nuova in Vaticano, dato che ai tempi di Giovanni Paolo II si chiacchierava di “mafia polacca”. E naturalmente come in questo caso se ne lamentavano gli esclusi dall’inner circle, di cui Müller faceva invece parte ai tempi di Benedetto XVI.

(...)

A questo punto bisogna sottolineare che il cardinale (che ha giurato di difendere il Papa fino all’effusione del sangue) non rende noto ai suoi lettori che Francesco ha fatto quello che nessun Papa aveva mai stabilito e cioè che (unico) ha voluto che persino i suoi segretari personali fossero a rotazione (già ne ha cambiati tre ) per evitare incrostazioni e accumulo di potere (come avvenuto da ultimo con Ganswein) . E che lo stesso vale per tutti gli incarichi di Curia che (in particolare quelli al vertice hanno una durata di 5 anni ) in base alla nuova Costituzione apostolica approvata da Francesco nel 2022.


Quanto agli “abusi” , i casi Zanchetta ed Inzoli ( che sarebbero dtati protetti da Francesco, secondo Muller) sono certamente gravi (sono entrambi condannati, uno in primo grado e Inzoli definitivamente anche se non spretati, e questo Müller rimprovera a Francesco). Eppure purtroppo neppure Ratzinger da prefetto della Dottrina della Fede potè fare nulla contro Maciel il fondatore dei Legionari di Cristo abusatore seriale per 60 anni di seminaristi, preti e ragazzi e dei suoi stessi figli.


Il cardinale Müller ricorda nel libro anche quando il Papa non ha rinnovato il suo incarico (....)

Il Prefetto emerito dell'ex Sant'Uffizio affronta poi senza mezzi termini la vicenda del “licenziamento” del cardinale Angelo Becciu, imputato nel processo in Vaticano per lo scandalo finanziario legato alla compravendita del Palazzo di Londra: ''Non si può punire qualcuno senza avere in mano le prove della sua colpa. Questo modo di agire è capitato di frequente in Vaticano e non riguarda solo il singolare caso Becciu, ma è accaduto persino dentro la Congregazione per la Dottrina della Fede quando furono mandati via alcuni sacerdoti senza ragioni, dall'oggi al domani. Per il cardinale Becciu la questione è macroscopica anche perché amplificata dai mass media: è stato umiliato e punito di fronte al mondo senza che sia stata data alcuna possibilità di difesa. Ora si aspetta la fine del processo incorso al tribunale vaticano”.


Nel suo caso, però, Muller sa benissimo che quando Papa Francesco lo ha congedato a due giorni dalla scadenza del suo primo quinquennio di mandato, la decisione non venne presa per unadifferenza di linea dottrinale nei due sinodi sulla famiglia 2014 e 2015 e perchè sarebbe stato in Curia il portavoce dei cardinali che scrissero al Papa la lettera “dei Dubia “ sull’Esortazione apostolica Amoris Letitia del 2016.


In realtà sulla decisione di avvicendare Muller il 30 giugno 2017 ha avuto un peso decisivo proprio la questione della pedofilia ( ....) la causa più prossima di quel mancato rinnovo ai vertici di quella che era la più importante Congregazione vaticana, fu lo “choc” causato in Vaticano e nel Papa dall’imminente pubblicazione (il 19 lugliosuccessivo) del Rapporto Weber, (commissionato dal successore di Muller, vescovo Rudolf Voderholzer) su quanto era successo per sessant’anni nella diocesi di Ratisbona: abusi sessuali e violenze fisiche nei confronti di minori, avvenuti, in un clima di terrore, in due scuole cattoliche limitrofe all’istituzione culturale più prestigiosa della città, il famoso Coro della cattedrale. Le accuse  a Georg Ratzinger, fratello del Papa emerito, contenute nel Rapporto, erano di non aver denunciato quello che aveva saputo. E le stesse accuse furono rivolte a Muller. Se fosse stato ancora Prefetto lo scandalo in tutto il mondo sarebbe stato gravissimo.





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