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Mons.Carlino: “Pena Parra fece fare accertamenti su Direttore generale dello IOR”

Carlino : Un dossier su Torzi venne richiesto da Parra “ ai servizi segreti italiani “soltanto sei mesi dopo averlo pagato e si scoprì che “ era il segretario di Raffaele Mincione”.


di Maria Antonietta Calabrò



L’interrogatorio di mons. Mauro Carlino davanti al Tribunale vaticano il 30 marzo 2022 ha gettato luce su alcune vicende che riguardano attività di controllo messe in atto dalla Segreteria di Stato nel 2019, prima che il 1 ottobre di quell’anno scattassero le indagini della Gendarmeria sulla compravendita del Palazzo di Sloane Ave60 a Londra.

Carlino innanzitutto ha reso noti alcuni particolari circa il prestito di ben 150 milioni di euro richiesti dal Segretario di Stato Parolin allo IOR per estinguere un mutuo molto oneroso con il quale era stato in parte finanziato l’acquisto del palazzo dal finanziere Raffaele Mincione . Mons. Carlino ha rivelato che in un primo tempo, con una lettera del 24 maggio 2019, il presidente dello IOR, Jean Baptiste De Franssu, comunicò alla Segreteria di Stato, che il prestito sarebbe stato concesso. Carlino disse che Pena Parra lo comunicò al Papa e che tutti erano contenti per questa decisione.

Solo che passava il tempo e alla lettera non seguì nessun finanziamento dello IOR, che anzi quell’estate presentò formale denuncia alla Gendarmeria , sull’ affare del palazzo londinese ,insieme al Revisore generale , e si è costituito parte civile al processo in corso.

“ Il Sostituto Pena Parra era molto arrabbiato per questo”. Segue la descrizione di un incontro con il direttore generale (in carica dal 24 novembre 2015 ) della cosiddetta banca vaticana, Gian Franco Mammì , cui Carlino partecipò con Pena Parra in qualità di verbalizzante.

Mammì affermò che erano necessari ulteriori controlli . In ogni modo a giugno 2019 - ha riferito Carlino - Pena Parra diede incarico alla Gendarmeria di effettuare dei controlli su Mammì, per verificare se c’era qualcosa da conoscere su di lui che spiegasse la mancata concessione del prestito.

Sempre nell’ estate del 2019 ,ci fu un messaggio telefonico riguardante lo IOR, di cui ha chiesto conto a Carlino l’avvocato Roberto Lipari per lo IOR. Esso riguardava un articolo del Sole 24ore del 10 maggio dell’anno prima , cioè del 2018, relativo all’apertura del processo per la cosiddetta svendita degli immobili della banca vaticana. L’articolo veniva definito “ preoccupante”.

Lipari ha anche messo in evidenza che le due fatture di 10 milioni e 5 milioni di euro emesse dal broker Torzi e che vennero pagate dalla segreteria di Stato avevano un “contenuto fantasioso” erano infatti relative a presunte consulenze rese da Torzi in campo immobiliare anche negli Stati Uniti,e nulla a che fare con la restituzione delle azioni con diritto di voto.

Infine, Carlino ha riferito che Pena Parra aveva richiesto attraverso l’ impiegato laico della Segreteria di Stato Mauriello ( anche la sua posizione è stata archiviata, come quella di monsignor Perlasca ) un “ dossier su Torzi ai servizi segreti italiani”, ma che ciò avvenne solo nel settembre 2019, cioè mesi dopo che Torzi era stato bonificato con 15 milioni di euro. Domanda: come mai dopo che i buoi erano scappati?. Risposta per evitare che ci fosse l’assunzione in Vaticano “di uomini a lui legati”, cioè “per evitare che rientrasse dalla finestra ciò che era stato fatto uscire dalla porta.”

Da quel dossier emerse che “ Torzi era il segretario” di Raffaele Mincione, e quindi non era affatto un mediatore “esterno”, degno del suo salario.

Ma a quel punto, si era arrivati al 1 ottobre 2019, quando le indagini sull’affare di Londra divennero pubbliche.

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