Papa Francesco rivela: lo scandalo del Palazzo di Londra il mio momento più buio
Il Pontefice nella sua autobiografia: "Una brutta pagina, ma ho sempre sentito che dovevo andare avanti; e senza coprire proprio nulla"

di Maria Antonietta Calabrò
È uscita il 14 gennaio 2025 in più di 100 Paesi e nelle principali lingue SPERA, l’autobiografia di Papa Francesco, la prima realizzata da un Pontefice nella storia per Mondadori libri. Ed è davvero sorprendente che il Pontefice in prima persona indichi i due momenti più bui della sua lunghissima storia di prete e di Papa. “ Sento che tutta la mia esistenza è impastata di speranza e anche nei momenti più bui – penso alla notte oscura a Córdoba, dove tornai da confessore tra il 1990 e il ’92 – mai ho sentito di averla persa. E certamente è lo stesso da papa, perfino nei frangenti più complicati, più duri” spiega Francesco . Ed a sorpresa rivela quale è stato il momento più duro della sua esperienza di Pontefice. Indicando uno scandalo finanziario, quello del Palazzo di Londra che ha visto sul banco degli imputati dieci persone, e anche un cardinale, Angelo Becciu, condannato in primo grado a cinque anni e mezzo di carcere, all’interdizione perpetua dai pubblici uffici in Vaticano, alla confisca di oltre 200 milioni, in solido con gli altri imputati, e al risarcimento di danni (sempre in solido con gli altri imputati) di altri 121 milioni in favore dell’Apsa e di 80 milioni alla Segreteria di Stato.
Papa Francesco non si tira indietro e spiega a Carlo Musso che ha raccolto le sue parole nell’arco di sei anni: “La vicenda della compravendita del palazzo di Londra, il cosiddetto scandalo di Sloane Avenue, per esempio, è stata sicuramente dolorosa, davvero una brutta pagina, ma sempre ho sentito che dovevo andare avanti, e senza coprire proprio nulla”. “Le decisioni che ho preso in quell’ambito - sottolinea - non sono state facili, ero sicuro che ci sarebbero stati dei problemi, ma so anche che la verità non va mai nascosta e che l’opacità è sempre la scelta peggiore».
"Un’autobiografia non è la nostra letteratura privata, piuttosto la nostra sacca da viaggio” aggiunge Francesco . “E la memoria non è solo ciò che ricordiamo, ma ciò che ci circonda. Non parla unicamente di quel che è stato, ma di quel che sarà. Si dice comunemente “aspetta e spera”– tanto che nel vocabolario spagnolo la parola esperar significa sia sperare sia aspettare –, ma la speranza è soprattutto la virtù del movimento e il motore del cambiamento: è la tensione che unisce memoria e utopia per costruire davvero i sogni che ci aspettano. E se un sogno si affievolisce, bisogna tornare a sognarlo di nuovo, in nuove forme, attingendo con speranza dalle braci della memoria» commenta nell’introduzione del suo memoriale.
Ecco, dunque, Francesco - sperando - ha messo in moto il cambiamento anche in relazione al momento che ci ha svelato essere quello più buio del suo Pontificato, quello della compravendita del Palazzo di Londra.
Tutte le 400 pagine dell’autobiografia sono imbevute di quella speranza invincibile che dà il titolo al volume, e che nonostante l’età e le malattie lo fa essere ogni giorno al lavoro, pieno di impegni, infaticabile. «All’inizio del pontificato avevo la sensazione che sarebbe stato breve: pensavo tre o quattro anni, non di più. Lo dissi anche in un dialogo con una giornalista della tv messicana» racconta il Pontefice. «Era un sentimento indistinto ma piuttosto forte, che nasceva dalla convinzione di essere stato eletto perché il conclave fosse rapido, non avevo un’altra spiegazione. Non credevo che avrei scritto quattro encicliche, e tutte le lettere, i documenti, le esortazioni apostoliche, né che avrei fatto tutti questi viaggi, in oltre 60 Paesi. Il primo in Brasile è stato già strabiliante per me. Eppure l’ho fatto, sono sopravvissuto. La verità è che è il Signore l’orologio della vita. Intanto, io vado avanti».
Come padre Abramo Papa Francesco ha veramente sperato “ contro ogni speranza”. Anche davanti al più grave di tutti gli scandali finanziari che mai il Vaticano abbia dovuto fronteggiare.
Questo blog è stato pubblicato il 13 gennaio 2025 su Huffpost.it
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